Montalcino piange la scomparsa di Piero Palmucci, fondatore di Poggio di Sotto, una delle realtà più importanti del mondo del Brunello, da lui creata nel 1989 e condotta per 22 anni fino alla cessione al gruppo ColleMassari, nel 2011. “Conobbi Palmucci appena arrivò a Montalcino – ricorda il presidente del Consorzio del Brunello, Fabrizio Bindocci – in Svezia aveva un’azienda di autotrasporti ed era a digiuno di agricoltura e viticoltura. Per questo iniziò a frequentare Il Poggione, come amico, per chiedere consigli e capire come funzionava la produzione a Montalcino”. Poggio di Sotto era un podere intorno a Castelnuovo dell’Abate, che Palmucci ampliò acquistando terreni limitrofi. “È stato lungimirante, si è attorniato di collaboratori professionalmente validi, in primis Giulio Gambelli che gli seguiva la parte enologica - prosegue Bindocci - fu tra i primi ad intraprendere coltivazione biologica, dimostrando attenzione e grande rispetto verso la terra. Il suo era un vino di carattere tradizionale, un ottimo Brunello, che negli anni è riuscito a raggiungere risultati importanti e premi ampiamente meritati”.
A raccontare alcuni aneddoti di Piero Palmucci è anche Giampiero Pazzaglia, direttore generale di Poggio di Sotto. “Era una sera del novembre 1988, lavoravo da Argiano e arrivò un uomo. Mi disse: voglio lavorare per lei. Mi raccontò la sua storia, che era grossetano, che aveva conosciuto la moglie a Riva del Sole, che avevano vissuto in Svezia e che avevano un sogno: gestire una fattoria e fare vino. Però prima aveva bisogno di fare esperienza in un’azienda. Insomma, volevano fare gli operai da me! Gli rispondo: parliamone a gennaio. Aggiunsi che Beppe Bianchini vendeva un podere a Castelnuovo dell’Abate. La serata finì lì. Poi a primavera dell’anno successivo mi richiama e mi dice: ho seguito il tuo consiglio, ho comprato Poggio di Sotto. E dov’è, rispondo io. E lui: vieni a trovarmi, esci da Castelnuovo per andare a Sant’Antimo… fu così che iniziò la sua avventura”.
Pazzaglia ricorda Palmucci come una persona “tignosa, meticolosa. Un tipo particolare, ma molto legato alle tradizioni, alle sue visioni, che oggi sono una grande ricchezza per il territorio. Ha lasciato un patrimonio importantissimo a Montalcino. Il suo progetto è arrivato fino a noi e continua ad esistere a Poggio di Sotto”.
Palmucci (la foto è ripresa dal canale YouTube de L’AcquaBuona) costruì Poggio di Sotto dal nulla e arrivò fino a 32 ettari di terreno, di cui 12 a vigneto, prima di cedere la proprietà nel 2011 al gruppo ColleMassari dei fratelli Maria Iris Bertarelli e Claudio Tipa. Gli ultimi anni viveva nella sua casa al mare. “Lo rincontrai sei o sette anni fa, a Castiglion della Pescaia, con la bici elettrica e il suo sorriso gioviale – aggiunge Bindocci – non possiamo che ricordarlo con estremo piacere. Siamo vicini alla famiglia”.
Caro Piero, sarai sempre nei nostri cuori .
Ringrazio di averlo conosciuto e bevuto i suoi vini