Ferro-ciclovia della Val d’Orcia, avviato il Progetto di Paesaggio. I tempi saranno lunghi, tutto girerà intorno all’arrivo dei finanziamenti, ma intanto un primo importante passo è stato fatto e Montalcino è capofila del progetto. La Ferro-ciclovia della Val d’Orcia interessa i Comuni di Asciano, Castiglione d’Orcia, Civitella Paganico, Montalcino (comune capofila), Roccastrada, Siena, Sinalunga e Trequanda. Lo scopo è quello di valorizzare e coniugare gli aspetti paesaggistici, storico-culturali, turistici, ambientali ed economici dei territori dei comuni coinvolti, guardando al più vasto ambito d’influenza rappresentato dall’insieme della rete delle ciclovie e dei percorsi regionali e nazionali cui connettersi e ai territori da queste collegati. Slow mobility, è questo il concetto che sta alla base del progetto pensato per la fruizione del paesaggio. La linea ferroviaria Asciano-Monte Antico è individuata come l’ossatura portante di un percorso più ampio e diramato sul territorio, costituito dall’insieme delle piste ciclabili interconnesse e da interconnettere con la linea ferrata. Obiettivo principale del progetto è l’individuazione di un sistema integrato di trasporto di tipo ferroviario e ciclabile che interconnetta e valorizzi le emergenze paesaggistiche e storico-culturali dei territori attraversati dalla linea ferroviaria Asciano-Monte Antico, perseguendo la conciliazione fra la conservazione dell’ambiente e lo sviluppo socioeconomico del territorio e coinvolgendo nei processi della fruizione cicloturistica le comunità e le associazioni locali. “Il progetto è soltanto ai nastri di partenza ma è un progetto enorme perché abbraccia 51 km di linea”. E che coinvolgerà gli amanti del treno natura così come quelli della bicicletta. “I Progetti di Paesaggio, una volta approvati - commenta l’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli - saranno uno strumento per attrarre risorse sul territorio sulle diverse politiche, perché il riconoscimento nel Piano paesaggistico regionale del paesaggio toscano come modello unico e di pregio da salvaguardare e valorizzare trova coerenza anche nella prossima programmazione comunitaria, che prevederà forme di sostegno e/o premialità a favore degli interventi inerenti il recupero e la valorizzazione degli aspetti paesaggistici, storico-culturali, rurali ed ambientali previsti proprio nei Progetti di Paesaggio”.
2 pensieri su “Valdorcia, passo avanti per la ferro-ciclovia”
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dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024
Buongiorno, ho visto la notizia, per favore dove si puo’ trovare la bozza del progetto/programma. Credo che la parte ferrata andrebbe comunque tolta (anche se ci sono dei vincoli, se c’è la volontà tutto è possibile) Fare come da altre parti vedi TRENTINO, UMBRIA con la ciclovia che parte da Foligno ed arriva all’adriatico. Noi potremmo arrivare al Tirreno, da monte antico non siamo molto distanti, oppure raggiungere i nostri invidiati borghi (San Giovanni, Lucignano, San Quirico, Torrenieri, Castiglioni, Castelnuovo ecc). Percorsi liberi dai veicoli a motore, che MERAVIGLIA sarebbe.
Le ferrovie dismesse riattivate come musei diffusi per scoprire l’Italia
Il 6 ottobre 2014, in un convegno tenutosi presso la sede romana della FS Italia, organizzato
dalla Fondazione Fs e dal Comitato Ingegneri Ferroviari Italiani, fu annunciato che la tratta Asciano-Monte Antico era fra le quattro ferrovie dismesse che la FS Italia intendeva riaprire (le altre sono quella della Valle dei Templi ad Agrigento, l’altra del Lago d’Iseo, e, infine, quella di Sulmona-Castel di Sangro) non solo per scopi turistici, ma anche per consentire una mobilità sostenibile.
Fu certamente un’ ottima notizia da tempo attesa, ma occorre vigilare perché le amministrazioni locali non lascino cadere questa scelta della FS Italia, ma, anzi, la sollecitino, in particolare per quanto attiene alla promessa mobilità sostenibile.
Comunque da allora per questa tratta ferroviaria si è aperto un nuovo scenario, come dimostrò la giornata di sabato 11 aprile 2015, con il treno storico che portò su questa tratta il Ministro dell’Ambiente On.le Dario Franceschini, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, l’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato Italiane, il Presidente della Fondazione FS Italia, il Presidente della Provincia di Siena, i Sindaci delle zone interessate e ad altre personalità, fra le quali spiccava la presenza del noto regista Pupi Avati.
In un intervista rilasciata alla stazione di Torrenieri al giornalista Enzo Capucci inviato di RAI News, l’On.le Dario Franceschini dichiarò che le quattro ferrovie dismesse saranno utilizzate come musei diffusi per scoprire tutta l’italia e non solo le città d’arte.
Poi passò ad illustrare il progetto promosso dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Fondazione FS che – disse – si propone lo scopo di preservare, valorizzare e consegnare integro il patrimonio ferroviario italiano alle future generazioni.
Disse anche che perché il turismo sostenibile decolli sugli itinerari ferroviari di grande pregio paesaggistico – quale è la Ferrovia della Val d’Orcia – occorrerà anche l’impegno di imprenditori privati che il Ministro ha sollecitato ad intervenire su questi progetti, tenuto conto che possono contare anche su di una norma del decreto Art Bonus che ha previsto l’uso delle cantoniere dismesse e delle stazioni chiuse, da utilizzare per scopi commerciali, quali i ristoranti e gli ostelli.
Infine annunciò anche l’intenzione di realizzare convogli ad alta panoramicità in grado di far apprezzare ai viaggiatori la bellezza dei nostri paesaggi.
La giornata ebbe un grande successo, sia per la bellezza del convoglio formato da storiche carrozze, che per la presenza dei tanti viaggiatori invitati, quali gli addetti delle ambasciate più interessate al progetto, (ad esempio quelle degli Emirati Arabi, ma non solo), dei numerosi giornalisti sia della carta stampata che dei mezzi televisivi, italiani e stranieri (francesi, giapponesi, ecc.) che offrirono un grande risalto mediatico alla manifestazione.
Successivamente è stata approvata la Legge n. 128 del 9 agosto 2017 con la quale si istituiscono in Italia le ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissioni situate in aeree di particolare pregio naturalistico o archeologico.
La legge si propone la finalità di salvaguardare e valorizzare tratte ferroviaria di particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, fra le quali vi è anche la tratta Asciano-Monte Antico.
Da salvaguardare e che pertanto rimangono di proprietà delle F.S., sono:
i tracciati ferroviari, quindi anche i binari,
le stazioni e le relative opere d’arte e pertinenze,
i mezzi rotabili storici e turistici abilitati a percorrerle, in pratica delle draisine, veicoli ferroviari di servizio, con propulsione manuale, a pedali od a motore, usati per trasportare persone o cose o utilizzati per ispezionare le linee ferroviarie o le stazioni. Nei paesi del Nord e Centro Europa sono molto utilizzati per scopi turistici e per muoversi con propulsione muscolare sulle linee ferroviarie. Una recente norma UNI – Ente di Unificazione Italiano – la n. 11685 ne ha stabilito i requisiti tecnici e costruttivi e di sicurezza.
Vale la pena, quindi, come scrive un certo Mauro a commento della notizia riportata da Montalcinonews, smantellare i binari (la linea è da considerare archeologia industriale del 1865) anche se una legge lo vieta? Ma con la volontà, dice Mauro, tutto si può fare, ammesso che la Regione Toscana con la Provincie di Siena e di Grosseto ed i Comuni interessati se la sentono di aprire un contenzioso con le FS, la Fondazione FS ed il Ministero dei Beni Artistici e Culturali. E per far cosa, poi? Solo per realizzare una ciclo-via sul tracciato ferroviario liberato dai binari, in zone dove strade e sentieri percorribili con le due ruote certamente non mancano!