In chiusura del Laboratorio di Storia Agraria, come da tradizione, verrà assegnato in Piazza del Popolo, a Montalcino (ore 17.30), il Premio “Città di Montalcino”. A ricevere il Premio, nella sezione “Saggistica storica”, sarà Mauro Ambrosoli, ordinario di storia moderna all’Università di Udine. Per la sezione “Comunicazione e spettacolo” sarà premiato il gruppo “Il Maggio”, formato da una ventina di cantori e suonatori che incarnano a Castiglion d’Orcia una tradizione diffusa anche in altre realtà toscane. Ad accompagnare la loro performance Davide Riondino, già vincitore di questo prestigioso riconoscimento finito in passato nelle mani di personalità come Paolo Virzì e Eugenio Bennato.
Connesso al Laboratorio, ma con una sua autonomia, il Premio “Citta di Montalcino” viene assegnato da una giuria composta da storici, giornalisti, imprenditori e personalità del mondo della cultura e dell’arte come Massimo Montanari, Sandro Ruotolo, Donatella Cinelli Colombini e Silvana Biasutti, oltre al sindaco e all’assessore alla cultura del Comune di Montalcino Silvio Franceschelli e Christian Bovini.
Focus: Mauro Ambrosoli
A ricevere il premio 2018 per la “sezione storia” il professore Mauro Ambrosoli che ha insegnato storia moderna all’Università di Torino (dal 1981 al 1994) e all’Università di Udine (dal 1994 al 2012). Da sempre interessato alla storia agraria e al ruolo del ceto contadino nella modernizzazione della società italiana ed europea, Ambrosoli ha svolto ricerche, tra le altre cose, sui rapporti tra politica ed agricoltura in area mediterranea e ha trattato distesamente la complessa interazione tra agricoltura mediterranea e nordatlantica tra 1400 e 1850. Nei suoi studi da decenni affronta i temi delle campagne con un approccio territoriale calato nelle più diverse realtà continentali, con un approccio attento anche alla dimensione culturale e scientifica legata al rapporto tra uomo e ambiente.
Focus: i Maggiaioli di Castiglione d’Orcia
Il premio Città di Montalcino, “sezione spettacolo” va al “Maggio” di Castiglione d’Orcia, il gruppo di cantori e suonatori che tiene viva una tradizione particolarmente sentita in Val d’Orcia: un canto itinerante che si svolge dal pomeriggio del 30 aprile all’alba del 1 maggio e che nasce dagli antichi riti agrari e pagani che erano celebrati per festeggiare il ritorno della primavera e augurare l’abbondanza dei raccolti. Il gruppo gira per i borghi e percorre la campagna visitando i poderi, ogni anno diversi, intonando quartine di ottonari in cambio di cibo, vino e ospitalità.