Il 15 ottobre (ore 18) Scuola Permanente dell’Abitare, con il patrocinio del Comune di Montalcino, ospita a Ocra la presentazione del volume “Argo - Villan Fottuto” a cura di Mohsen Sariaslani. L’ingresso, libero (necessario il green pass), è consentito previa prenotazione gradita a info@ocramontalcino.it o via whatsapp al +39 3882547494. Intervengono, oltre al curatore, i fotografi Federico Busonero e Mauro Guerrini, l’antropologo Fabio Mugnaini e il poeta e attore Francesco Burroni.
“La fotografia è un linguaggio - spiega Mohsen Sariaslani - la fotografia documentarista ha tra le sue peculiarità la necessità di essere il più fedele possibile alla realtà visiva, anche se non può mai restituirne una copia fedele. Mauro Guerrini in questi scatti, realizzati dal 1978 al 2003, ha avuto la capacità di immortalare una realtà durante la tempesta innescata dal cambiamento economico e socio culturale avvenuto nel centro Italia in quel periodo. Per parlare della nascita di questo libro è doveroso che io mi presenti. Sono di origine iraniana, senese di adozione e fotografo per passione. Sono molto attivo nel territorio senese come organizzatore di eventi culturali, in particolar modo sulla fotografia. Ho un negozio nel centro storico di Siena, dove da più di dodici anni (con una breve interruzione dovuta alla pandemia) ospito mostre fotografiche ogni tre settimane. Nell’ottobre del 2019 ho avuto il piacere di ospitare la mostra fotografica di Mauro Guerrini intitolata “Frammenti di vita contadina com’era”. In quell’occasione ho scoperto che ci sono moltissime somiglianze tra culture diverse, e che la trasformazione della società contadina ha subito un processo per molti versi universale. Ciò che ha accomunato popoli con tradizioni e caratteristiche diverse sono stati il legame con la terra, l’attesa, la precarietà delle stagioni, l’autoproduzione, l’arte di arrangiarsi, la mancanza di sprechi, il riutilizzo di avanzi e scarti, il rapporto con gli animali, la collaborazione, i giochi, le cerimonie religiose, le feste. Ognuno di noi ha subito quel cambiamento in modo più o meno diretto. Ritengo che diventare consapevoli di come si viveva in Toscana solo pochi anni fa ci aiuti ad essere più tolleranti nei confronti di chi oggi si trova in quella stessa realtà. Ho avuto l’idea di pubblicare periodicamente dei libri di fotografia per contribuire ad accrescere la nostra cultura con un linguaggio visivo e per valorizzare il lavoro di molte fotografe e fotografi, che troppo spesso rimangono in ombra. Il mio desiderio è che questo libro sia una testimonianza ricca e gioiosa che restituisca dignità alla vita contadina e ci consenta di non dimenticare le nostre radici, da qualunque parte del mondo proveniamo”.