“Negli ultimi tempi Montalcino, con la maggior parte dei suoi vini, sta navigando a gonfie vele. Le ragioni sono molteplici: una serie di annate per lo più molto buone o memorabili; un Rosso di Montalcino migliore che mai; sempre meno Brunello sono eccessivamente legnosi, troppo stanchi già al momento del rilascio (specialmente i Brunello Riserva) o semplicemente imperfetti, una combinazione che garantisce che ci sia davvero una buona notizia per la denominazione”. A dirlo è Ian D’Agata, wine writer tra i più esperti conoscitori del vino italiano, in un doppio articolo apparso su “Ian D’Agata Wine Review”, la sua rivista che guarda da vicino le principali aree vinicole del mondo, con attenzione particolare ai grandi vini italiani.
“Sono finiti - scrive ancora D’Agata - quei giorni tristi in cui versare una dozzina di Brunello nei bicchieri uno accanto all’altro significava seguire un corso accelerato su quante sfumature di nero (o quasi) potevano essere stipate in un calice (colori simili al nero e simili sono un’impossibilità fisica con un vino Sangiovese al 100%) o quando una buona parte dei produttori della denominazione (tutti i grandi, ovviamente) erano decisi a cambiare le linee guida di produzione del Rosso di Montalcino per consentire l’aggiunta di Merlot e altre varietà internazionali al Sangiovese (un espediente taciuto ma molto ovvio, per poi aggiungere Merlot e i suoi compagni anche al Brunello). Fortunatamente, le menti più lucide hanno prevalso e Montalcino ha evitato di spararsi sui piedi. La morale della storia è che mettersi a lavorare duro e fare la cosa giusta è sempre la scelta migliore: in definitiva, è il modo che garantisce i risultati migliori. Francamente, c’è sempre stato molto da apprezzare in Montalcino e nei suoi vini: e in questi tempi migliori, ora che il Sangiovese è al centro dell’attenzione di tutti, c’è ancora di più da apprezzare”.
Nella seconda parte del suo report, D’Agata si concentra in modo particolare sull’annata 2020, appena arrivata sui mercati. “Ottima serie di uscite - scrive D’Agata - sia per la gamma Brunello 2020 che quella dei Brunello Riserva 2019 vantano vini eccezionali. Chiaramente, questo è particolarmente vero per quest’ultima categoria, che molto probabilmente ha regalato ai wine lovers il più grande numero di sempre di bottiglie meravigliose. I migliori vini Brunello Riserva 2019 sono per sempre, e qualsiasi amante del Sangiovese farebbe bene a farne scorta: eleganti, potenti e degni di invecchiamento, non si può davvero chiedere di più. I migliori Brunello 2020 sono più maturi e carnosi, ma caratterizzati da una notevole freschezza e sono vini eccellenti che sono molto meglio di quanto alcune persone inizialmente pensassero e continuino a dire: è vero, ci sono alcuni vini eccezionalmente acerbi e poco piacevoli nel mix, ma nel complesso, il numero di vini scadenti è piuttosto limitato”.