“La voglia di Brunello, quella, non passa mai. Il desiderio torna alla stessa velocità con cui si riempie il bicchiere”. Così scriveva Saul Bellow, premio Nobel per la letteratura nel 1992, nel reportage su Montalcino dal titolo “Winter in Tuscany”. Un commovente tributo di un grande uomo di cultura ad un terroir come pochi al mondo … “Non ho mai avuto un debole - raccontava Bellow, che all’epoca aveva 77 anni ed era considerato uno dei più grandi scrittori contemporanei - per i panorami, ma la bellezza di una vista tanto ampia unita all’assenza di fabbriche, raffinerie e discariche penetrò nella corazza della mia anima novecentesca, tanto ostile ai paesaggi”.
E poi le prime impressioni al suo arrivo, ospite della Fattoria dei Barbi insieme all’inseparabile moglie: “A Montalcino faceva freddo, certo - continuava Bellow - ma l’aria era tersa e sembrava fatta di minuscoli ghiaccioli. L’autunno era appena finito, nelle botti riposava il vino nuovo e nei torchi c’erano le olive, mentre le pecore brucavano nei campi e i maiali erano all’ingrasso; le antiche chiese e i monasteri aggiungevano un altro inverno alla loro storia. Il paesaggio porta con leggiadria sulle spalle il peso dei secoli, e gli antichi edifici e le rovine non provocano alcun senso di oppressione. Gli interni romanici infatti sono una buona cura contro la pesantezza”.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30