“La storia della famiglia Costanti a Montalcino risale al XV secolo, quando difesero i cittadini di Siena dal tentativo di Firenze di conquistare il loro territorio. Ma dal punto di vista dell’attività vinicola, la loro storia iniziò nel 1870 quando Tito Costanti, un avvocato di professione che era considerato un gentiluomo contadino, presentò un Brunello del 1865 all’Esposizione della Provincia di Siena”: inizia così un articolo che racconta la storia della famiglia Conti Costanti scritto dal giornalista Eric Guido apparso su Vinous, l’autorevole testata americana fondata nel 2014 dal critico Antonio Galloni. L’articolo si intitola “Conti Costanti, la tenuta più storica di Montalcino”.
“La tradizione vinicola - si legge nel pezzo - continuò per tutto il ventesimo secolo quando Emilio Costanti (da un altro ramo della famiglia) prese il controllo di Colle al Matrichese e riprese ad imbottigliare il Brunello negli Anni Sessanta. La moderna cantina Conti Costanti fu fondata nel 1982, quando il prozio, senza figli, Emilio Costanti affidò al nipote, Andrea Costanti, la casa e i vigneti della famiglia”.
“Da giovane - prosegue l’articolo - Andrea Costanti non aveva preso in considerazione una vita nel vino. Trascorreva raramente del tempo con il suo prozio a Montalcino; invece, studiò geologia all’Università e si concentrò di più sul calcio e sulle immersioni subacquee. Tuttavia, Emilio Costanti si rivolse al nipote per chiedere aiuto: questa fu una grande opportunità, ma anche una grande responsabilità, soprattutto per qualcuno che non aveva alcuna formazione enologica e vitivinicola”.