Il governo Meloni sta pensando di rendere permanente la deroga sull’utilizzo delsuolo pubblico, introdotta nel 2020, ai tempi della pandemia, per evitare assembramenti e aiutare le attività economiche e poi prorogata di volta in volta. Al momento dehors, tavolini e ombrelloni si possono utilizzare senza chiedere l’autorizzazione paesaggistica e monumentale fino al 31 dicembre 2024, ma l’intenzione è quella di rendere strutturali le concessioni, inserendo la proposta nel disegno di legge sulla Concorrenza. Ad anticiparlo, nei giorni scorsi, il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, che ha considerato i tavolini all’aperto “un elemento di decoro urbano”.
L’idea ha messo in allerta i Comuni (“disponibile ad ascoltare la proposta, ma servono regole chiare per sostenere le attività economiche evitando le occupazioni selvagge”, è la posizione del presidente dell’Anci Antonio Decaro) e sul piede di guerra il Codacons, “pronto alle barricate - ha detto il presidente Carlo Rienzi - si tratta di uno stupro ai danni dei centri storici e delle città e un immenso regalo a bar e ristoranti sulla pelle dei cittadini (…), privati di spazi pubblici e costretti a camminare facendo lo slalom tra le strutture piazzate da bar e ristoranti”.
“La proposta - sottolinea a MontalcinoNews il sindaco di Montalcino e senatore del Pd Silvio Franceschelli - è allo stato “fumosa” ed è l’ennesimo atto di questo Governo per fare propaganda elettorale. Vedremo in parlamento quali saranno i contenuti del provvedimento, se verrà portato all’attenzione delle Camere e quale sarà il testo finale, visto che di questi tempi non c’è corrispondenza tra gli annunci del Governo e gli atti parlamentari. Il nostro Comune non è mai stato restrittivo nelle concessioni, ma programmazione e regole ci vogliono sia in merito agli spazi sia circa l’uso continuato ed il decoro degli stessi. Resta ben inteso che sussiste un presupposto essenziale per la concessione, la garanzia che vi sia il giusto servizio al pubblico in termini di apertura e continuità del servizio. Circa quest’ultimo tema, dopo anni molto difficili anche legati alla pandemia, oggi possiamo dire che è stato trovato un equilibrio migliore e che deve proseguire e perfezionarsi in alcuni suoi aspetti critici, su cui stiamo lavorando di concerto con gli interessati. Personalmente ritengo che i suoli pubblici siano un elemento di vitalità ma solo ed esclusivamente se esteticamente compatibili e contenuti nel giusto spazio. Ciò vale solo se verranno salvaguardati i beni culturali, il decoro, la pubblica fruizione, la proprietà privata altrui e la sicurezza del traffico. Di pari passo vanno compressi gli abusi, anche nella gestione dei rifiuti, e sono certo sul fatto che nel nostro territorio non ci saranno “occupazioni selvagge”, come qualcuno oggi vorrebbe auspicare con slogan e promesse che peraltro sarebbero un danno per i cittadini e soprattutto per gli stessi commercianti, mortificando la giusta concorrenza tra le attività anche considerato che gli spazi disponibili sono diversi tra luogo e luogo”.