La peronospora è un fungo patogeno che insieme all’oidio è il principale flagello della vite e prospera negli ambienti umidi, come insegna il 2023, dove soltanto a Montalcino sono arrivate 50 segnalazioni di risarcimento, per un conto dei danni intorno ai 2,5 milioni di euro, come riportato a fine dicembre da MontalcinoNews. Ma queste non sono certamente delle novità. “La novità, o forse l’eccezionalità, sta nella virulenza degli attacchi nell’anno ormai trascorso. Questo ci deve far riflettere. Dopo due anni estremamente siccitosi in cui il fungo non si era visto è come se ci fosse stata una reazione esponenziale alle copiose piogge. E allora, il nostro modo di lavorare, il tipo di conduzione agronomica dei suoli, la gestione fitoiatrica, è forse incompatibile con andamenti stagionali di questo tipo, con questo clima?”, commenta Gianluca Cavicchioli, direttore di Confagricoltura Siena, nel presentare il convegno che si terrà il 15 febbraio a partire dalle ore 9.15 all’Accademia dei Fisiocritici di Siena, e in live streaming sul canale Youtube di Confagricoltura Siena, al quale parteciperà, tra gli altri il professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti al mondo di viticoltura e presidente di Sanguis Jovis, l’Alta Scuola sul Sangiovese della Fondazione Banfi (qui il programma completo).
“Indipendentemente dalla conduzione agronomica scelta, sia essa biologica o convenzionale, se siamo accorti agricoltori, possiamo riuscire anche in annate complicate a gestire situazioni molto complesse - prosegue Cavicchioli - ovviamente l’errore o la semplice sfortuna possono sempre essere dietro l’angolo. Meglio quindi abbandonare questa scelta o insistere verso una direzione che, almeno idealmente, dovrebbe garantire una salvaguardia migliore per i terreni coltivati?”. “Una rondine non fa primavera e dunque che annata sarà il 2024?”, si chiede Cavicchioli. Vedremo ancora postumi del pessimo anno ormai trascorso? E la scienza, l’innovazione e la gestione, anche normativa, potrà essere ancor più incisiva e quindi decisiva?”.