Il Brunello di Montalcino Vecchie Vigne 2019 de Le Ragnaie e il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2019 de Il Marroneto al vertice con 99 punti, a sfiorare la perfezione, e tre etichette, il Brunello di Montalcino 2019 di Poggio di Sotto, il Brunello di Montalcino 2019 di Giodo e il Brunello di Montalcino Teatro 2019 di Salicutti, a contendersi il terzo gradino del podio (98+). E poi ancora, a 98 punti, il Brunello di Montalcino Passo del Lume Spento 2019 de Le Ragnaie, il Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019 di Canalicchio di Sopra, il Brunello di Montalcino Filo di Seta 2019 di Castello Romitorio e il Brunello di Montalcino Giovanni Neri 2019 di Casanova di Neri. Seguono, a 97+, il Brunello di Montalcino Pianrosso 2019 di Ciacci Piccolomini d’Aragona, il Brunello di Montalcino Sugarille 2019 di Pieve Santa Restituta e il Brunello di Montalcino Riserva 2018 di Poggio di Sotto e, a 97 punti, il Brunello di Montalcino Filare 25 2019 e il Brunello di Montalcino Giuseppe Tassi 2019 di Tassi, il Brunello di Montalcino Casanovina Montosoli 2019 de Le Ragnaie, il Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019 di Altesino, il Brunello di Montalcino 2019 di Gianni Brunelli - Le Chiuse di Sotto, il Brunello di Montalcino Vigna Loreto 2019 di Mastrojanni, il Brunello di Montalcino 2019 de Il Marroneto, il Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2019 di Casanova di Neri, il Brunello di Montalcino Vigna del Suolo 2019 di Argiano, il Brunello di Montalcino La Casaccia 2019 di Canalicchio di Sopra, il Brunello di Montalcino Piaggione 2019 di Salicutti e il Brunello di Montalcino Rennina 2019 di Pieve Santa Restituta. Sono i primi assaggi top (ne seguiranno altri nelle prossime settimane) dell’annata 2019 di Brunello di Montalcino, secondo Monica Larner, firma italiana di “Robert Parker Wine Advocate” e tra le più profonde conoscitrici e narratrici del vino italiano nel mondo. Che ha assaggiato di recente 178 vini di Montalcino, tra cui anche il Brunello Riserva 2018, il Rosso di Montalcino 2021 e qualche Igt Toscana, per poi dedicare un report all’annata 2019, che “si avvicina alla 2016”, anche se quest’ultima “rimane superiore in termini di eleganza e longevità”.
Cosa ha colpito di più Monica Larner del Brunello 2019 “è quello che percepisco come un possibile inizio di una nuova identità”. “È troppo presto per chiamarla “new wave” o “nouvelle vague” - sottolinea - ma i cinefili potrebbero riconoscere alcuni modelli, un desiderio di sperimentazione e uno spirito di iconoclastia che possono essere paragonati al movimento cinematografico francese della fine degli Anni Cinquanta, guidato da Jean-Luc Godard, Agnès Varda e François Truffaut. Mi riferisco ad un gruppo sempre più affiatato di vignaioli artigiani come Il Marroneto, Le Chiuse, Le Ragnaie, Pian dell’Orino, Poggio di Sotto, Salicutti e Stella di Campalto, che stanno indipendentemente ma simultaneamente spingendo l’asticella verso l’alto. Il loro lavoro si basa su classici senza tempo creati da Biondi-Santi, Cerbaiona, Soldera e Salvioni. Prendo in prestito dalla lingua francese un altro termine: direi che questo gruppo sta dimostrando una chiara “raison d’être” (ragione d’essere, ndr). Si muovono con assoluta fiducia nella produzione di vino per abbracciare il lato “borgognone” o “baroleggiante” del Sangiovese che cattura sapori vibranti, luce ed energia. Sono cristallini nei loro metodi e nei loro messaggi. Esistono per perseguire l’eleganza del Sangiovese e la bellezza di Montalcino”.
“I Brunello di Montalcino 2019 sono una forza di ottimismo e di unificazione - prosegue Monica Larner - in realtà ho sentito uno spirito di comunità attorno a questi vini e un senso più chiaro di finalità che mi era sfuggito nelle annate precedenti”. “Montalcino, grazie a questa “Nouvelle Vague” - conclude la firma di “Robert Parker Wine Advocate” - sta emergendo come un territorio del vino ancora più complesso, affidabile e illuminato”.