300 ettari in più per il Rosso di Montalcino (ma c’è chi insiste su 150 ettari) con un incremento di quasi il 60% dell’area vitata, non però attraverso nuovi vigneti ma elevando zone già vitate a Sangiovese, in gran parte Toscana Igt, in modo da partire con l’ampliamento già dal prossimo anno, tempi tecnici permettendo. È la proposta che il Cda del Consorzio del Brunello avrebbe approvato all’unanimità, dopo averla condivisa con i soci in un’assemblea informale, e che porterebbe al voto in un’assemblea ordinaria il 15 dicembre, secondo quanto riporta “Il Corriere Vinicolo”, magazine dell’Unione Italiana Vini (Uiv). L’intenzione di valutare un aumento della produzione del Rosso, invariata dal 1997, era stata già comunicata a luglio dal Consorzio, per via della scarsità di prodotto disponibile e per attenuare il peculiare schema di piramide rovesciata della qualità che è Montalcino, dove il “primo vino”, il Brunello, è mediamente prodotto in quantità più che doppia al “secondo vino”, il Rosso (ad oggi 510 ettari, contro i 2.100 del Brunello). Un modo per sostenere un progetto di sviluppo organico ad hoc e per aprire nuove prospettive al territorio, considerando che ad oggi il Rosso di Montalcino può nascere dagli stessi vigneti del Brunello e anche dal “supero” di produzione o la declassificazione del Brunello. Ma su questo punto, scrive “Il Corriere Vinicolo”, si concentrano le critiche di alcuni produttori: il rischio è che “immettendo una grande quantità di Rosso proveniente spesso da vigneti non del tutto vocati, nessuno senta più il bisogno di declassare quei vini che pur potendo diventare Brunello in realtà non lo meriterebbero”, con la conseguenza di aumentare i volumi del Brunello “a scapito della qualità”.
“Sarebbe forse anche sbagliato che fossimo tutti d’accordo - dichiara a “Il Corriere Vinicolo” il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci - abbiamo però fatto in modo di essere più equi e trasparenti possibile, sperando di far crescere la denominazione già dall’annata 2024. Per questo ci siamo confrontati anche con la Regione, dalla quale abbiamo ricevuto delle osservazioni formali, che sono state recepite, e quindi se si sceglierà di procedere in questa direzione anche la ratifica regionale dovrebbe essere veloce. Dopo 26 anni in cui non è stata toccata la superficie vitata - prosegue Bindocci - un ampliamento è necessario, abbiamo ricevuto da diverse aziende richieste in tal senso dopo che si sono ritrovate senza Rosso da poter mettere sul mercato e, in quei casi, la possibilità di essere sostituiti da altri vini della stessa categoria è più che concreta. Non possiamo perdere queste occasioni, dobbiamo consolidare e ampliare la nostra massa critica ma, ovviamente, senza perdere di vista la qualità. L’allargamento, che è rilevante nei numeri, non deve spaventare perché sarà più importante la gestione, che è di competenza del territorio. Come per il Brunello l’assemblea dei soci regolerà anche i quantitativi e, quindi, se in una stagione ci accorgeremo che la produzione è eccessiva potremo tranquillamente abbassare le rese, anche in maniera drastica. Verranno poi conservati quei correttivi che tutelano i produttori più piccoli, per i quali si procede applicando la riduzione dei quantitativi dal secondo ettaro in poi, mentre il primo rimane a produzione piena. Lo stesso principio verrà adottato per l’allargamento, così che si mantenga quel gioco di squadra che ha reso grande Montalcino, dove i grandi non fagocitano i piccoli ma li aiutano. Faremo sempre gli interessi della denominazione, tutti insieme. La nostra forza era, è e spero continui ad essere quella di rimanere uniti”.