Montalcino ha prodotto “alcuni dei suoi migliori Brunello di sempre”. Parola di uno dei wine critic più influenti al mondo, James Suckling, che ha stilato la graduatoria sul Brunello di Montalcino 2019, che entrerà in commercio il prossimo anno. Tra gli oltre 200 vini degustati alla cieca le scorse settimane, Suckling incorona due etichette che raggiungono la perfezione dei 100/100: il Brunello di Montalcino Giovanni Neri 2019 di Casanova di Neri e il Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019 di Valdicava. Sono otto le etichette a raggiungere almeno 98 punti, mentre ben 57 si collocano nel range 95-97 punti. Suckling parla del clima del 2019, “un ritorno alla fine degli anni ‘90” tra primavera piovosa, estate calda e secca con pochissimi picchi di calore, e nota che vengono prodotti molti più Brunello single vineyard, “il che è eccellenze. Aggiungerà valore ai luoghi della denominazione che sono già eccezionali. Per me, il modello per il Brunello ora sono Barolo e Barbaresco, dove i vigneti più importanti mettono in evidenza la grandezza delle rispettive denominazioni”.
Sui paragoni con le altre annate, per Giacomo Neri di Casanova di Neri siamo allo stesso livello delle 2016, 2015, 2010 e 2006, per Vincenzo Abbruzzese di Valdicava la 2019 ha il carattere della 2015 e la struttura della 2010, mentre a Sukling fa venire in mente le 2004, 1998 e 1997. “I vini hanno un carattere neoclassico per via della loro agilità e della loro armonia”, spiega l’ex firma di Wine Spectator. Il Brunello 2019, prosegue Suckling, necessita “di 3-5 anni di invecchiamento in bottiglia, quindi siate pazienti a meno che non vi piacciano la struttura e l’energia dei Brunello giovani”. In chiusura, “la 2019 è definitivamente un’annata da comprare. Ho sentito cose buone sulla 2020 ed è iniziato già l’hype per la 2021, ma saranno vini meno attraenti rispetto alla 2019”.