Attività che chiudono e altre che arrancano, in un pezzo di città che sta lentamente scomparendo. In Via Mazzini, zona nord di Montalcino, i fondi sfitti sono sette (diventeranno otto a novembre). I turisti, che spesso arrivano dall’altro lato del paese, si fermano quasi sempre in Piazza del Popolo e non si spingono oltre. “La maggior parte torna indietro perché dice: tanto non c’è niente – sottolinea Fulvia Soda, del negozio “Botticelli e Soda” – quando riusciamo a entrarci in contatto suggeriamo loro di andare fino in fondo perché ci sono altri negozi, c’è un alimentari che vende prodotti tipici per turisti, un bar, ristoranti, lo Scrittoio Tamagni e poi un punto panoramico tra i più belli da vedere. Al Comune si apre il mondo ma non è indicato da nessuna parte. Ci sono delle parti del paese, non solo Via Mazzini, che soffrono di questo cono d’ombra e che andrebbero aiutati, per esempio con una segnaletica dedicata”.
I visitatori che invece scendono con l’autobus in Piazza Cavour, spesso in grandi gruppi, passano da Via Mazzini ma in modo veloce e distratto. Al massimo chiedono di andare al bagno, perché in quella zona non sono presenti servizi appositi. “Il problema principale quest’anno – ci dice Manuela Viola di Antichità Emporium – è che i turisti, di cui tanti anziani, arrivano con i pullman in piazza, non trovano i bagni e pretendono di poter usufruire dei nostri. Ma per un discorso igienico non è possibile per tutti”.
Una questione economica ma anche sociale. Alessandro Fineschi è nato, cresciuto e tutt’ora vive in Via Mazzini. “Sono nato qua e di montalcinesi in questa via non c’è più nessuno – spiega – è stato investito tanto su due zone di Montalcino: Piazza del Popolo e Via Matteotti e poi la Fortezza. Qua è stato abbandonato, è una zona morta praticamente. Gli affitti sono troppo alti? Questo dipende dai punti di vista. E dai portafogli”.
In uno scenario preoccupante c’è anche chi va controcorrente, come il negozio La Sfinge, che ha da poco traslocato da Piazza del Popolo. “Mi sono spostata – racconta Donatella Meloni – perché la piazza è bella, però l’affitto è molto alto, e dopo il Covid era difficile mantenerlo. Ho deciso di spostarmi perché era il posto più vicino. Questa via avrebbe un potenziale. Mancano delle insegne all’inizio, da entrambe le parti, a indicare i negozi. Come avevo detto all’amministrazione, bisognerebbe abbellirla, magari mettendo delle fioriere tutte uguali. Dei gerani rossi, continuativi, in modo da darle uniformità”.
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Io direi che è già in stato avanzato la morte sociale di un paese. Non solo negozi che chiudono, ma anche abitazioni sempre più vuote. Si pensa solo al turismo, ma la vita di un paese non è fatta solo di turismo, ma di una comunità che si sta sempre più riducendo. Proposte? Forse qualcuna potrebbe esserci, ma se non interviene la politica, un solo pensiero va poco lontano. I problemi si risolvono parlandone, facendo assemblee pubbliche (forse qualcuno si ricorderà di cosa erano) e forse da qualche proposta che può sembrare stupida potrà venire fuori qualcosa di positivo. Anche lo spostamento delle scuole, quando ci sarà, darà un ulteriore colpo di grazia a questo paese, anche se ci siamo gonfiati il petto perchè è stato recentemente confermato città dopo la bolla di Pio II°, e sarei curioso di sapere, come ho già scritto, cosa è in progetto di fare dell’enorme volumetria tra Via Lapini e Via delle Scuole, oggi polo scolastico che accoglie l’asilo nido, materna, scuole elementari e medie. E’ un problema forse più importante delle nuove scuole.