“Phygital è un neologismo che nasce dalla crasi delle parole fisico e digitale, molto in voga negli ambienti che hanno a che fare con la tecnologia, e che significa una nuova realtà dove è ormai impossibile scindere dove finisce il mondo fisico e dove inizia quello digitale, e viceversa. L’abbiamo scelta come parola-simbolo di quel “territorio” dove la tecnologia converge sul vino in ogni fase della sua produzione, dalla terra allo spazio, dal bicchiere alle esperienze legate al suo mondo. Nella Scuola sarà declinata in tutti gli aspetti che ci interessano, come la produzione, l’agricoltura di precisione o il commercio, grazie a docenti ospiti che a vario titolo e nelle loro diverse professioni si occupano di tutto questo, dalla realtà virtuale alla gestione dei Big Data, dall’Intelligenza Artificiale all’agricoltura di precisione, dalla genomica alla comunicazione. Vogliamo far vedere come la tecnologia è un po’ come la corrente elettrica: è dappertutto”. Alberto Mattiacci, professore di Economia e Gestione delle Imprese alla Sapienza Università di Roma e direttore di Sanguis Jovis, l’Alta Scuola sul Sangiovese della Fondazione Banfi, primo Centro Studi permanente sul vitigno più coltivato in Italia per accrescerne e diffonderne la cultura in Italia e nel mondo, introduce a WineNews il focus dell’edizione n. 6 della Summer School, che torna a Montalcino dal 10 al 14 luglio, con lezioni frontali, casi di studio, visite e confronti diretti con i protagonisti del corso, per esplorare le diverse vie attraverso le quali la digitalizzazione cambierà il futuro del Sangiovese, coniugando terra e tecnologia. 22 i partecipanti alla Summer School, di scena nel Complesso di Sant’Agostino, tra neolaureati e professional. A loro si aggiungono le vincitrici dei Premi di Laurea in Viticoltura ed Enologia dedicati agli storici direttori enologi di Banfi e Banfi Piemonte, Rudy Buratti e Alberto Lazzarino (la cerimonia del Premio Buratti si terrà il 10 luglio al Teatro degli Astrusi).
La Summer School vedrà la partecipazione di manager, consulenti di azienda, professori universitari e professionisti del mondo del vino. Tra gli interventi quello di Alessandro Regoli, direttore di WineNews, uno dei siti di riferimento del vino italiano, dal titolo “Il Sangiovese diventa grande anche sapendolo raccontare”, e quello di Gabriele Gorelli, che racconterà il percorso compiuto per diventare il primo Master of Wine italiano. E poi la testimonianza di Jacopo Tabolli, coordinatore degli scavi di San Casciano dei Bagni che hanno portato alla più importante scoperta etrusca dopo i Bronzi di Riace (Banfi tra l’altro ha donato 25.000 euro per il restauro dei bronzi di San Casciano) e le lezioni di Alberto Mattiacci e Attilio Scienza, presidente di Sanguis Jovis e tra i massimi esperti di viticoltura, che pone l’attenzione sulle parole ‘natura’ e ‘naturalità’.
“Natura è una parola di cui se ne fa un uso molto spesso non corretto. Intanto un vino non si può chiamare naturale, e la Ue ha impedito che si possa scrivere sulle bottiglie. E, in effetti, non c’è un vino naturale perché nel momento in cui l’uomo, millenni fa, ha addomesticato le piante e gli animali, questi non possono più vivere da soli, ma per forza insieme a noi. L’uomo li deve protendere, aiutare, difendere. Naturale può essere la vite selvatica, e una fragola o un tartufo nel bosco, mentre tutto quello che l’uomo ha coltivato, non è più naturale. Per questo l’abbiamo scelta per indagare il suo vero significato, e per enfatizzarla, la confronteremo con la parola “naturalità” – spiega Scienza a WineNews – che vuol dire produrre un vino utilizzando le risorse che ci danno la natura, risparmiandole, e la conoscenza, riducendo l’impatto sull’ambiente, con la zonazione, l’uso dei portainnesti che sopportano la siccità e l’impiego delle varietà resistenti alle malattie, con un’enologia di valorizzazione e non di intervento. Che va saputa anche comunicare, e che deve essere alla base dell’immagine di marketing”.