Il futuro del Brunello secondo il sindaco di Montalcino

Silvio Franceschelli nel palazzo comunale storicoRilanciare e pensare alle sfide future, senza illudersi di sentirsi arrivati; essere un po’ visionari, come lo furono i padri fondatori della denominazione; organizzare un Benvenuto Brunello sempre più aperto al territorio, non concentrato sul singolo luogo ma prendendo in considerazione le aziende, il sistema del commercio, i luoghi della cultura, i monumenti, gli spazi di uso pubblico del comune, per far comprendere che a Montalcino c’è una qualità vera, fatta di lavoro, sostenibilità, paesaggio, biodiversità. Sono alcuni dei messaggi lanciati in un’intervista alla Montalcinonews dal sindaco Silvio Franceschelli, che ha trattato diversi temi di un settore, quello del vino, trainante per l’economica del territorio. “Un settore che è un gioiello, che viaggia per il mondo e trova tanto consenso, grazie ai padri fondatori della denominazione e al continuo rapporto tra Consorzio e amministrazione comunale - spiega il primo cittadino - bisogna far emergere la qualità produttiva ma anche la qualità del territorio: la sostenibilità, la biodiversità, la cultura, l’integrazione tra città e campagna. Montalcino è stata fortunata ad avere il Brunello ma adesso il Brunello è molto fortunato ad avere Montalcino”.

Il rapporto con i produttori e con il Consorzio del Brunello è buono, prosegue Franceschelli. “Talvolta ci sono punti di vista diversi ed è bene che sia così, perché quando ci si schiaccia sulla stessa visione ci si appiattisce. Invece serve un dibattito, bisogna trovare sempre buoni stimoli. È un rapporto che ha portato a tanti risultati ma adesso si deve vivacizzare secondo principi di integrazione territoriale. Il panorama produttivo è profondamente cambiato. Abbiamo fatto un censimento delle attività economiche di Montalcino e ci sono 1.300 Partite Iva, di cui 488 del settore agricolo. Queste si affiancano alle 320 Partite Iva nel settore turistico, che spesso è legato al vino. Ci troviamo ad operare con imprenditori che sono i diretti coltivatori che hanno fatto la storia di questa città e con i nuovi montalcinesi. La funzione essenziale di Consorzio e Comune è quello di far comprendere i valori del territorio, la nostra identità, la nostra cultura. I consorzi sono enti di tutela, nascono come libere associazioni tra produttori ma poi ottengono un riconoscimento ministeriale. Oggi è alla discussione del parlamento europeo e italiano il dare sempre più funzioni ai consorzi nella promozione territoriale. Perché il sistema delle denominazioni territoriali, lo hanno detto i ministri di cultura e turismo, e io condivido, è un veicolo anche per il turismo, un elemento essenziale di promozione. Dobbiamo fare un salto di qualità in questo senso, mettendo sempre al centro il territorio. Se ci snaturiamo dal territorio perdiamo il valore. Bisogna essere differenti dagli altri nella qualità, nell’identità e nei valori della sostenibilità, un tema estremamente importante. Sostenibilità sia nella produzione che in termini di biodiversità. Un territorio non monoculturale ma dove convivono tante attività agricole ed economiche”.

Benvenuto Brunello, evento di punta del Consorzio, è stato di recente rinnovato anche in seguito alle esigenze dovute dalla pandemia. Adesso, con molte aziende che chiedono un ritorno al dialogo diretto con operatori, media, enoappassionati e collezionisti, si parla dell’ipotesi di trovare nuovi spazi per ripristinare i banchetti dei produttori. “Benvenuto Brunello è un momento estremamente importante in cui gli operatori vengono a conoscere il territorio in cui si produce il vino, visitano la città, degustano un prodotto, ma la nostra forza è fargli vedere che qui c’è una produzione reale, vera, di qualità, con tante aziende sostenibili in un contesto più vasto rispetto al singolo luogo dove si degusta il prodotto. La nostra forza è dare la possibilità di fare un’esperienza territoriale - continua il sindaco di Montalcino - se dovessi immaginare Benvenuto Brunello, lo vedrei sempre più aperto al territorio, alle aziende, al sistema del commercio, integrandolo con i luoghi della cultura, i monumenti e gli spazi di uso pubblico, per far vivere un’esperienza territoriale. Un esempio è il museo dentro Montalcino che è uno spazio chiuso con bellissime opere, attività legate alla produzione ma anche una visione che ti apre al territorio. Siamo pronti a sederci al tavolo sin da domani col Consorzio per ragionare sulle sfide del futuro. Possiamo fare sinergia tra amministrazione, Consorzio, imprese e cittadini. Questo legame sarà la nostra forza e se lo sapremo cogliere sarà il nostro futuro”.

Montalcino, secondo uno studio dell’agenzia Cbre, è il territorio del vino con più compravendite di vigneti e passaggi di azienda in Italia (il 16% del totale di questi ultimi anni). l’arrivo di investitori da fuori è una risorsa o, mettendo in primo piano il business, c’è il rischio di un impoverimento della vita sociale?. “Le compravendite fanno parte del sistema socioeconomico di un Paese. Dobbiamo ragionare in termini globali - risponde Franceschelli - così come vendiamo vino in tutto il mondo, nel mondo ci sono grandi imprenditori che hanno interesse ai luoghi di produzione. Da un lato questo ci lusinga, dall’altro sta a noi governare i percorsi. Serve far comprendere con esattezza a chiunque venga qui che al di là della dinamica e della redditività dell’impresa, c’è un territorio che ha un’identità, che è poi il valore dell’impresa stessa. Un territorio che merita rispetto, che dà tanto se riceve tanto, sennò diventa un luogo vuoto a se stesso. L’interesse da fuori, se governato, è un’opportunità. Altrimenti, rischia di diventare una banalizzazione socioeconomica che non porterà a niente di buono. Se gli imprenditori vivranno il territorio, si sentiranno a casa loro e lo custodiranno secondo le regole, sarà un valore aggiunto. Quando chiediamo a chi viene da fuori di integrarsi, dobbiamo anche offrire dei servizi, e il sistema dei servizi si è impoverito negli ultimi anni. Su questo l’amministrazione comunale intende intervenire. Oggi si vivono ancora norme emergenziali, è uscito il decreto che proroga i termini sui suoli pubblici per le concessioni Covid, ma siamo già pronti col nuovo piano di riorganizzazione del commercio e dei suoli pubblici perché vogliamo fare sinergia con gli imprenditori ma partendo dal concetto che il servizio va erogato tutto l’anno, con la qualità che necessita e col rispetto dei residenti e chi ci vive tutto l’anno. Noi non siamo un luogo stagionale e chi lo pensa commette un errore e si scontrerà con le norme che l’amministrazione comunale emanerà nell’interesse dei cittadini. I suoli pubblici, lo dice la parola, sono suoli di tutti, a servizio dell’attività economica che lo richiede a condizione che si svolga una funzione pubblica”.

Sul futuro del Brunello di Montalcino “vedo un pericolo - conclude Franceschelli - il fatto che il Consorzio ha superato le sfide con brillante capacità in questi anni difficili ci va vivere una condizione di sufficiente ottimismo. Credo che quando siamo forti come lo siamo ora dobbiamo rilanciare, e pensare che ci sono sfide future che nemmeno conosciamo. Mai avremmo immaginato una pandemia o una guerra alle porte d’Europa. Pensare di essere arrivati sarebbe l’errore più grosso. Lo voglio dire anche alle nuove generazioni, fatte di ragazzi bravi, capaci, che hanno studiato, che hanno ereditato dalla fatica di nonni e genitori delle importanti aziende. Sta a loro il compito di non fermarsi, di rilanciare. Se ci sentiamo arrivati, è l’inizio della fine”.

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