C’è tempo fino al 31 marzo per presentare la domanda di disoccupazione agricola presso gli uffici della Cisl dislocati nel territorio senese, che è la prima provincia in Toscana (e la seconda in Italia) per numero di produzioni di qualità (40 denominazioni, di cui 21 nel settore vino) e per percentuale di coltivazioni biologiche (43%) e prima sempre in Toscana per numero di agriturismi (23,7% sul totale regionale). “In questo settore di rilievo per la provincia senese che esprime forte qualità, l’occupazione stagionale è elevatissima”, spiega Gabriele Coppi, responsabile Fai Cisl Siena, il sindacato che si occupa dei lavoratori del comparto agricolo e alimentare. Infatti, a Siena gran parte degli occupati ha un contratto con scadenza come del resto avviene anche nel panorama nazionale.
“La precarietà del lavoro è una caratteristica dell’agricoltura e questo dipende dallo svolgersi dei tradizionali cicli naturali - evidenzia Coppi - la disoccupazione agricola è uno strumento fondamentale di sostegno per i lavoratori di questo settore, che riescono così ad integrare la retribuzione e la contribuzione”. “Se non ci fosse questo sostegno - continua il sindacalista - sarebbe difficile pensare al mantenimento di una famiglia e la permanenza dentro questo settore, comparto trainate per la nostra provincia e dove il nostro sindacato insieme alle altre organizzazioni di settore si impegna ad incrementare le tutele e le retribuzioni attraverso la contrattazione provinciale e decentrata nelle aziende. Inoltre, potrebbero anche aver diritto a: prestazioni come integrazione di maternità, rimborso delle spese mediche, indennità d’infortunio o di malattia attraverso i fondi di settore”.