È scomparsa all’età di 91 anni Francesca Colombini Cinelli, la “Signora del Brunello” e madre di Stefano Cinelli e Donatella Cinelli, due produttori di spicco del territorio di Montalcino e persone di cultura proprio come lo è sempre stata lei e tutta la famiglia. Nata a Modena, città in cui suo nonno Pio Colombini era rettore dell’Università, si trasferì poi a Montalcino dove imparò i mestieri della vita di campagna innamorandosi del territorio. Tanti ricordi di quel periodo sono raccontati nel libro del 2005 “Il vino fa le gambe belle”, prezioso anche per riflettere sulla trasformazione che ha avuto Montalcino, da borgo rurale e poco benestante a “Città del Brunello” famosa in tutto il mondo.
Nel dopoguerra Francesca Colombini Cinelli si spostò a Firenze, città che ha sempre amato. Nella “culla del Rinascimento” ha frequentato l’Istitut Français di Firenze e viveva nella “Casa di Boccaccio”, dove i figli Antonella e Stefano sono cresciuti prima del trasferimento a Siena. Fu, in quegli anni, che iniziò il suo lavoro alla Fattoria dei Barbi, azienda che, con Francesca Colombini Cinelli, allargò ancora di più i propri orizzonti. La ricerca di alternative all’agricoltura mezzadrile, la tenacia e la visione lungimirante, l’amore per la terra e il vino: Francesca Colombini Cinelli, insieme al padre Giovanni Colombini, integrarono i propri talenti e il risultato fu vincente. In quel periodo furono gettate le basi dell’azienda attuale con la trasformazione delle piccole attività di cantina, caseificio, salumeria e ristorazione, nel prototipo dell’attuale agricoltura polifunzionale, un modello che parte dalla terra ed arriva direttamente sulle tavole dei consumatori.
Dopo la morte nel 1976 di Giovanni Colombini, Francesca ha guidato la Fattoria dei Barbi da sola per oltre vent’anni, proiettando questa realtà in una dimensione sempre più internazionale. Un blasone e una eccellenza premiata ancora oggi, con l’azienda guidata dal figlio Stefano che quest’anno con il Brunello di Montalcino Riserva 2016 della Fattoria dei Barbi si è aggiudicato il secondo posto nell’annuale classifica dei migliori vini al mondo di Wine Spectator. Donatella, invece, alla guida di Casato Prime Donne e di Fattoria del Colle, oltre a produrre vini eccellenti, negli anni si è distinta come una delle imprenditrici del vino più importanti e con tante idee che hanno fatto strada, come il Movimento Turismo del Vino, fondato nel 1993, a Montalcino. Un’idea, quella dell’enoturismo, i cui semi furono gettati proprio dalla mamma Francesca.
Francesca Colombini Cinelli è stata una donna dalla cultura sopraffina. Era amica di Federico Fellini, di Sergio Zavoli, di persone che hanno fatto la storia della cultura italiana e che venivano a Montalcino per la grande amicizia che si era creata nel tempo. L’appeal di questa grande imprenditrice non conosceva confini. Per citare uno dei tanti esempi che si potrebbero fare, il premio Nobel per la letteratura Saul Bellow fu ospite alla Fattoria dei Barbi dove rimase colpito dalla qualità dell’olio extravergine con cui condiva abbondantemente le zuppe… Negli anni Ottanta diede vita al “Premio Barbi Colombini”, importante evento che ha premiato e portato a Montalcino grandi personaggi della cultura, della letteratura e del giornalismo italiano e non. Francesca Colombini Cinelli è stata tra i fondatori del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino e ha lasciato tanti insegnamenti alle nuove generazioni di imprenditori.
Moltissimi i ricordi di una vita straordinaria. Come nel 1982 quando, alla guida della Fattoria dei Barbi, si recò a Roma insieme ai suoi dipendenti ad incontrare l’allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, a cui donò il Brunello di Montalcino del suo anno di nascita, 1896, e una scatola con all’interno una pipa realizzata con le radici dello “scopo”, meglio conosciuto come erica scopaia o erica arborea, dal montalcinese Guido Parri. Dopo aver apprezzato le bottiglie di Brunello di Montalcino, il Presidente Pertini, noto fumatore di pipa, si entusiasmò di fronte a tale creazione. In seguito, in occasione del ritorno in aereo dalla Spagna della Nazionale italiana vincitore dei Mondiali di calcio del 1982, Sandro Pertini regalò la pipa all’allenatore degli azzurri Enzo Bearzot. Nel 2013, alla MontalcinoNews, la “Signora del Brunello” raccontò “la sua filosofia libera e al servizio del territorio” aggiungendo come “Montalcino si deve tenere strette le sue radici e ricordare sempre che è una personalità del vino e che, accanto alla bottiglia, c’è l’uomo”. Parole che suonano attuali anche oggi e lo saranno anche in futuro, per sempre.