Ottobre e novembre sono i mesi delle olive. Un altro prodotto di tradizione e di eccellenza, tutto da scoprire, che trova a Montalcino un ambiente ideale. Le operazioni di raccolta stanno andando avanti e già si può provare a fare un primo bilancio sull’annata. A livello quantitativo la siccità ha pesato e non è sarà un raccolto memorabile. Poi ci sono anche i costi che per i produttori di olio non sono da poco. Ma riguardo alla qualità i segnali sono molto positivi e quello che metteremo sopra il pane o per condire un minestrone o una bistecca sarà un olio extravergine di oliva davvero buono.
Luca Fanti, giovane produttore de La Palazzetta, con le sue 2.500 piante che guardano la meravigliosa Abbazia di Sant’Antimo, è soddisfatto. Il suo è un olio extravergine di oliva biologico e con caratteristiche importanti che beneficia di una particolarità da sottolineare: il frantoio è all’interno dell’azienda, quindi il ciclo produttivo inizia e finisce a La Palazzetta. “La fioritura è stata bellissima - spiega Fanti - ma con l’intenso caldo estivo, agosto in particolar modo, la pianta si è spogliata. Noi investiamo molto negli olivi e questo è importante, adesso si è iniziata a vedere la mosca ma non sono preoccupato. Abbiamo tutte le cultivar toscane, la qualità è ottima, noi raccogliamo e maciniamo in contemporanea. Abbiamo fatto una prima analisi a Siena dove si valuta acidità, perossidi e polifenoli e i risultati sono molto sopra la media e questo dimostra la qualità del prodotto”. Ci sono poi da valutare i prezzi che sono saliti, un fattore determinante. “Noi produciamo anche vino, sicuramente andare a cena fuori e spendere per una bella bottiglia di vino porta i consumatori a non farsi troppe domande. Per l’olio purtroppo è diverso e se chiedi 20 euro a litro, cifra che serve per non perderci se l’olio è prodotto in un certo modo, in molti preferiscono non comprarlo. Eppure l’olio può durare settimane è un prodotto che è salute, elimina il sale, basta un filo a crudo per esaltare un piatto. Le spese di energia elettrica per produrlo sono molto alte. Ma ci sono tante famiglie che apprezzano il nostro prodotto e che non rinunciano a portarlo a tavola”.
Tra i produttori storici e più rinomati nel territorio di Montalcino c’è sicuramente la Tenuta Il Poggione dove gli olivi si estendono su una superficie di circa 60 ettari. Anche in questa azienda la qualità è il requisito principale preso in considerazione. “Per quanto riguarda la quantità c’è stato un calo significativo - commenta Luciano Binarelli - la resa, in media, è del 10-11%. Le olive “vanno cercate”, un po’ di presenza della mosca c’è. Ancora è presto per un resoconto finale sulla qualità ma chi ha avuto modo di assaggiarlo è rimasto molto soddisfatto parlando di un prodotto superiore a quello dello scorso anno. Finiremo la raccolta intorno al 10 novembre”.
Uno dei centri produttivi più importanti nella zona è quello di Montisi dove l’ultimo weekend di ottobre si svolgerà lo storico evento dedicato al prelibato “oro verde”. La Romita, con i suoi oliveti e il frantoio, è una realtà di riferimento. “Quest’anno - sottolinea Riccardo Bindi - la qualità è decisamente buona. La resa è decente, ho notato una quantità esagerata di acqua nelle olive perché dopo la siccità ci sono stati questi forti acquazzoni e quindi la pianta ha assorbito tanta acqua e le olive sono cariche. La pianta tende a perdere tante foglie durante la raccolta, purtroppo in zona manca la quantità. Quello che ho saputo è che su Montisi e parte di San Giovanni d’Asso saremo forse sotto al 50% e questo è un problema legato alla siccità dei primi mesi estivi. Poi c’è stato un leggero attacco di mosca che al momento sta aumentando, la grandine di agosto ha rovinato un po’ di frutti ma ad oggi posso comunque dire che la qualità è discreta”.
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