La prima volta di uno scrutinio a settembre, gli under 25 che potranno votare anche per il Senato, la riduzione di oltre un terzo dei parlamentari (da 945 a 600) così come sancito dal referendum di due anni fa. Sono le tre grandi novità delle elezioni politiche del 25 settembre, che porteranno quasi 50 milioni di italiani ad eleggere il nuovo parlamento. A Montalcino sono circa 4.300 gli aventi diritto, raggruppati in nove sezioni (3 a Montalcino, 2 a Torrenieri e uno a Sant’Angelo in Colle, Castelnuovo dell’Abate, San Giovanni d’Asso e Montisi). Si può votare dalle ore 7 alle ore 23, sono necessarie la tessera elettorale e un documento di riconoscimento.
Agli elettori saranno consegnate due schede: una rosa per la Camera e una gialla per il senato. Per quanto riguarda la camera sono otto gli schieramenti nel collegio uninominale che comprende Siena e Grosseto. Eccoli in ordine di apparizione: Italexit (Federico Celentano), Unione Popolare (Salvatore Allocca), Azione e Italia Viva (Stefano Scaramelli), il centrodestra ovvero Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Noi Moderati (Fabrizio Rossi), il centrosinistra ovvero Impegno civico, Pd, Alleanza Sinistra Verdi, Pd, + Europa (Enrico Rossi), Vita (Federico Zacchei), Italia Sovrana e Popolare (Roberta Fabbri), Movimento 5 Stelle (Luca Giacomelli). Il candidato di ciascuno schieramento è scritto in grande, poi ci sono altri quattro nomi della lista proporzionale sottostante (tra cui, per il Pd, il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli).
La scheda per il Senato vede invece nove schieramenti nel collegio uninominale che comprende Siena, Arezzo e Grosseto: sono il Movimento 5 Stelle (Andrea Barbagli), Azione e Italia Viva (Andrea Vivaldi), il centrosinistra (Silvio Franceschelli), Vita (Tommaso Agostini), il Pci (Marco Barzanti), Unione Popolare (Claudio Cubattoli), Italexit (Gualtiero Bomba), il centrodestra (Simona Petrucci), Italia Sovrana e Popolare (Maria Teresa Turrini).
Per votare, un elettore ha tre possibilità: può barrare il riquadro di una lista (il voto andrà alla lista e al suo candidato nell’uninominale), può barrare sia il riquadro della lista che quello del candidato all’uninominale (con lo stesso risultato dell’opzione precedente); può barrare solo il riquadro del candidato uninominale (il voto viene attribuito anche alla lista che lo sostiene e, in caso di una coalizione, viene distribuito ai partiti in proporzione ai voti che hanno preso nel collegio uninominale). Non è valido il voto disgiunto, cioè votare un candidato all’uninominale e poi una lista che non lo appoggia, così come non si può votare un candidato del collegio plurinominale.
A rendere tutto più complicato è l’attuale legge elettorale, approvata nel 2017 e detta “Rosatellum” dal nome del suo relatore, Ettore Rosato. Prevede un sistema misto: proporzionale per circa due terzi dei seggi, maggioritario per l’altro terzo. Nel caso del proporzionale i seggi sono assegnati in base alla percentuale di voti (più una forza politica ottiene voti, più seggi avrà), nel caso del maggioritario soltanto lo schieramento che ottiene più voti avrà a disposizione il seggio conteso. Si tratta, appunto, del collegio uninominale, dove partiti o coalizioni presentano solo un candidato: il più votato viene eletto.
Infine la soglia di sbarramento: uno schieramento per entrare in Parlamento dovrà prendere almeno il 3% dei voti, mentre una coalizione deve raggiungere il 10%. Se un partito dentro una coalizione non raggiunge l’1% i suoi voti andranno persi, se invece oltrepassa l’1% ma non il 3% i suoi voti verranno distribuiti tra gli altri componenti della coalizione. Da notare come al Senato siano ammesse alla ripartizione dei seggi anche le liste che in almeno una regione abbiano ottenuto il 20%.