L’emergenza cinghiali continua ad essere una piaga non risolta per l’agricoltura senese (un fenomeno noto anche a Montalcino). La Cia Agricoltori Italiani di Siena chiede un incontro con il presidente dell’Unione dei Comuni della Valdichiana senese, per coinvolgere tutti i comuni dell’area, per una presa d’atto di una situazione non più sostenibile e con l’obiettivo di risolvere almeno in parte una problematica che va avanti da troppi anni. Questo è quanto emerso in occasione della riunione del Comitato di zona di Sinalunga, presieduto da Stefano Coveri, e che oltre ai membri del comitato, ha visto la presenza del presidente Cia Siena Federico Taddei, del vice presidente Luca Marcucci, del direttore Roberto Bartolini e del responsabile di zona Luca Rubegni.
“Le aziende agricole senesi, oltre a fare i conti con i costi energetici e delle materie prime alle stelle, con un’inflazione record – sottolinea il presidente Cia Siena, Federico Taddei -, devono continuare a subire i danni da cinghiali, ungulati in genere e animali selvatici”.
“Come ripetiamo da tempo - aggiunge il direttore Cia Siena, Roberto Bartolini - serve una riforma radicale della legge 157 del 1992: una normativa troppo datata per riuscire ad affrontare un problema ormai fuori controllo (in Italia: con +111% di cinghiali in circolazione, oltre 200 milioni di danni all’agricoltura) e lo spettro della peste suina che mesi ha fatto registrare casi allarmanti in Liguria e Piemonte”. L’auspicio della Cia Siena “è che la politica, prima o poi, si faccia carico di questa emergenza non più rinviabile”.