Il Brunello di Montalcino è amato anche in Cina. Non ce lo dicono solo i consumi increscita e gli scambi commerciali sempre più stretti tra i produttori di Montalcino e il mercato cinese, ma anche i “nuovi” turisti che ogni anno arrivano a Montalcino. alcuni di questi, infatti, arrivano proprio dal lontano oriente e se ci fossero collegamenti migliori e meno burocrazia, forse, il loro numero aumenterebbe.
Una storia che parla di Oriente, di Cina, ma anche di turismo, ricettività e burocrazia.
In un mondo senza frontiere, fatto di scambi e liberi mercati ancora oggi l’Italia, un Paese che del turismo, dei prodotti della buona tavola, della moda e dell’arte ha fatto la sua bandiera, resta ancorato a meccanismi che, di certo, non agevolano né invogliano il turismo.
Proprio oggi è il Sole 24 Ore a denunciare che, anche se le ultime rilevazioni dell’Enit indicano che i russi - big spender nel Quadrilatero della moda di Milano - viaggiano all’estero 1,3 volte più dei cittadini della Repubblica popolare, sono proprio i cinesi a sognare di visitare il Belpaese. Purtroppo, molti, si limitano a sognare. Perché succede questo? Ogni cittadino della Repubblica Popolare che vuol venire in Italia deve sorbirsi interminabili procedure burocratiche per ottenere il visto. Non solo, oltre al problema del visto, scarseggiano anche i voli diretti . Secondo Capstas.com e Visit Britain, infatti, l’Italia risulta essere il fanalino di coda - i dati sono riferiti all’anno 2010 - dietro anche all’Olanda con soli 992 voli e 260 mila posti disponibili contro i 4.639 con una disponibilità di posti di quasi 1,3 milioni della Germania e i 2.979 voli con 894 mila posti della Francia.
La lungimiranza, in questi casi, dovrebbe essere d’obbligo: i cinesi sono i turisti del futuro soprattutto in un Paese come l’Italia dove credere nel turismo e lavorare per agevolarlo dovrebbe essere un obbligo.
dati a cura di 3BMeteo
14 dicembre 2024 19:30