L’Abbazia di Sant’Antimo, capolavoro dell’architettura romanica che leggenda vuole sia stata costruita all’epoca del Sacro Romano Impero (XI secolo) per volontà di Carlo Magno, ha dei nuovi ospiti o meglio delle amiche speciali. Sono le api, con alcune famiglie di questi insetti che da qualche giorno sono arrivate in uno dei luoghi più belli che esistano al mondo. Le api richiamano subito alla biodiversità ma trovano anche molti collegamenti con il simbolismo religioso. L’operosità in primis, aspetto che fa parte della vita dell’Abbazia, basti pensare al motto dei monaci benedettini “ora et labora” che scandiva le loro giornate. Le api sono citate più volte nella Bibbia, la terra promessa di Dio “dove scorre latte e miele”, frase tra le più famose e iconiche del “Libro Sacro”. E poi l’Exultet, l’inno che viene cantato nella notte di Pasqua con l’antico testo che omaggia le api. Senza dimenticare che la cera di questi insetti è stata storicamente utilizzata per le candele ed i ceri.
Storia, religione ma anche cultura: negli ultimi anni dal Louvre di Parigi (nel vicino giardino delle Tuilieres) al Giardino di Boboli nelle Gallerie degli Uffizi a Firenze, le api, preziosissime per l’equilibrio del nostro ecosistema, sono state accolte e difese. Prossimamente a Sant’Antimo saranno organizzate anche delle visite guidate.
(Foto: pagina Facebook Abbazia di Sant’Antimo)