È stata prorogata fino a fine anno la concessione dei teatri di Montalcino al Teatrino dei Fondi, compagnia teatrale con sede a San Miniato (Pisa) che ha avuto in gestione il Teatro degli Astrusi e il Teatro della Grancia nell’ultimo anno e mezzo. Il contratto sarebbe scaduto il 30 giugno ma l’amministrazione comunale ha deciso di esercitare la proroga (prevista nel disciplinare di gara con un valore di 19.262,29 euro + Iva) fino al 31 dicembre, “da un lato perché soddisfatta del percorso fatto finora insieme, dall’altra per darsi il tempo di emanare un nuovo bando - spiega a MontalcinoNews il direttore artistico Enrico Falaschi - faremo una programmazione breve, da settembre a dicembre, con le attività che avremmo voluto fare in quella prima parte della stagione teatrale 2022-23, confidando di poter essere assegnatari anche della successiva gestione e andare a programmare i mesi successivi”. Falaschi ha avuto un primo colloquio con il nuovo assessore alla cultura, Maddalena Sanfilippo, e a luglio si confronteranno di nuovo sulle proposte per poi dare comunicazione del programma definitivo nel mese di settembre.
Ma come è andata finora l’esperienza del Teatrino dei Fondi a Montalcino, con l’estate 2021 come capitolo a parte e la stagione al chiuso 2021-22? “Il bilancio è positivo – risponde Falaschi – e non lo dico solo io ma anche gli uffici competenti, l’assessore uscente Bovini e tanti spettatori. Ha colpito particolarmente nel segno tutto il lavoro fatto con le famiglie e le nuove generazioni, con la rassegna domenicale per le famiglie e quella dedicata alle scuole dove sono giunti studenti di plessi di altri comuni, come San Quirico e Buonconvento. È andato molto bene anche il lavoro coi ragazzi per quanto riguarda le attività laboratoriali, così come la collaborazione col Lambruschini”.
Più difficoltà ha incontrato invece la stagione di prosa, che “è stata apprezzata – continua Falaschi – ma è stata sfortunata perché tre spettacoli sono saltati per via del Covid. Quello di Zorzi siamo riusciti a recuperarlo, mentre per quello di Marina Massironi, che avrebbe dovuto chiudere la stagione, non siamo riusciti a trovare una data utile dal momento che a maggio il teatro era già occupato. La prosa ha sofferto un po’ anche il fatto di essere stata bloccata per due anni dalla pandemia. Sono andate molto meglio le attività ex novo. Dal punto di vista delle presenze poteva esserci più partecipazione. Ma sappiamo che il teatro non è un’arte di massa e bisogna conquistarsi la fiducia cittadino per cittadino, di anno in anno. Noi ci eravamo già calati in questa dimensione di più lungo respiro”.