È definitito, l’ufficio postale di Castelnuovo dell’Abate chiuderà, insieme ad altri 73 in Toscana, contro i 172 previsti, con conseguenze pesantissime per il futuro della comunità locale, danni all’economia del territorio e alle persone, soprattutto agli anziani che difficilmente riusciranno a spostarsi per accedere ad un servizio pubblico importante come quello svolto dall’ufficio postale.
L’annuncio di Poste Italiane di voler procedere a un’operazione di riorganizzazione aveva suscitato immediate proteste da parte della popolazione. Il 25 settembre scorso il presidente Enrico Rossi si era così rivolto a Massimo Sarmi, l’ad di Poste Italiane: “Troviamo insieme una soluzione per gli oltre 170 uffici postali nei piccoli centri della Toscana che rischiano di chiudere. Ma intanto, almeno fino alla data del nostro incontro, sospendiamone la chiusura”. Il 18 ottobre Rossi e Sarmi si erano poi incontrati a Roma, trovando un accordo sulla base di due idee: l’estensione dei servizi pubblici offerti dagli uffici postali (in particolare per la sanità, come la prenotazione delle visite) e la ricerca altrove, laddove non sufficiente, di soluzioni su misura per evitare la chiusura degli sportelli nelle zone montane e disagiate. “Martedì - spiega il sindaco Silvio Franceschelli alla Montalcinonews - abbiamo un incontro presso la presidenza della Regione con tutti i sindaci dei comuni interessati dai tagli di Poste Italiane, per capire come gestire un eventuale servizio equivalente, nei territori che saranno privati dei propri uffici, che riesca a limitare i danni e supplisca ai servizi postali che verranno a mancare a Castelnuovo dell’Abate e in altri centri della Toscana”. Questo servizio, gestito da Regione e Comuni interessati ai tagli di Poste Italiane, che sembra si chiamerà “Ecco Fatto”, potrebbe prendere vita già da marzo, e dovrebbe supplire ai servizi svolti dagli uffici chiusi, utilizzando i ragazzi del servizio civile, il mondo del volontariato e gli uffici comunali.