“Mentre d’amor, d’amor pensava” è il titolo della mostra inaugurata lo scorso 24 aprile al Centro Chelucci (via Mazzini 6) di Montalcino nella sede dell’associazione Hop Hope, realtà solida che, grazie alla volontà e alla passione di un gruppo di amiche, porta avanti un progetto importante nel segno e nel ricordo di Giuditta Parisi che creò tutto questo. La mostra, curata da Annibale Parisi, il babbo di Giuditta, include una raccolta di pubblicazioni originali e si concentra sui poeti di Montalcino dal ’300 al ’900. Resterà aperta al pubblico fino al prossimo 31 maggio.
“Questa mostra - ha spiegato Annibale Parisi - vuole essere un omaggio alle donne del gruppo “Hop-Hope camminiAMO insieme” che, mantenendo la tradizione, ispirata da Giuditta di leggere una poesia durante le loro escursioni ,offrono un momento di particolare emozione e leggerezza al loro condividere in gruppo la speranza. Il tema della poesia qui è affrontato senza pretese storico-critiche, ma vuol anche far riflettere sul ricco patrimonio che i nostri predecessori ci hanno lasciato. Questo paese nei secoli è stato ricco di tante personalità che, pur migrando verso varie città d’Italia, hanno sempre dimostrato un attaccamento forte alla loro patria. Tutti i poeti citati, infatti, si sono sempre qualificati nelle loro pubblicazioni letterarie come “Montalcinesi”. Le biografie, essenziali, dei vari poeti, sono riprese generalmente da precedenti lavori, anche molto antichi. In questo momento, in cui si rinnova per Montalcino la qualifica di “Città” , che questo sia un piccolo contributo per far capire quanto sia stato meritato questo appellativo”.
“Il dono di Giuditta” è la dedica scritta dal giornalista Antonio Cipriani. “Un lampo poetico brucia il cuore, lo rivendica. Ha il suo sguardo scuro, profondo tenue, cavalcando il ricordo, ieri come mille anni fa, si poggia delicato nell’attesa che si fa porto, passaggio verso nuovi mari, accoglienza di antiche fatiche, materne memorie e braccia spalancate prima che possano stringersi nell’abbraccio di braccia che conoscono il dono dell’amore. Che riportano al cuore. Riportano a casa. Seduti a ridere sotto la quercia della nostra vita, senza tempo, davanti all’arcobaleno che traccia la storia. E in quella storia ogni nostro sguardo, ogni complicità e dolcezza è poesia, e qui e ora, questa dedica è per te, amica per sempre, figlia, madre, sorella, donna. Giuditta.
Giuditta che offriva ciliegie, che aveva lo sguardo capace di rovesciare il mondo. Giuditta oltre l’arcobaleno, cicatrice sottile e infinita, memoria poetica di uno stato di grazia.
La poesia nasce dentro la lingua. Non traduce pensiero, lo anima, lo esercita, lo produce. Potenza orale, la ascolti e la voce si crina in mille riflessi di sentimento, spezza il senso delle parole, riannoda, rifiorisce, rinsalda e restituisce ciò che prima non c’era. Questo ci dicemmo la prima volta, pensando al nostro territorio e al camminarci dentro come gesto sovversivo. Perché poi poesia per noi è stato conversare di fianco. Procedere con lo sguardo verso l’orizzonte, i piedi attenti nel passo, il cuore oltre ogni utopia che si fa vita. Azione che forma e pretende libertà, arte del passo che conosce la terra e sapiente guida verso le stelle restituendoci al destino e al desiderio. Nel ricordo e nel domani, come un dono”.
Per info e prenotazione visite i riferimenti sono nella locandina sopra pubblicata.