La speranza intanto è che il turismo possa ripartire con forza. I timori ci sono: dai numeri dei contagi ancora elevati al “caro spese” che potrebbe spingere tanti italiani a limitare gli spostamenti mettendo così in pericolo quel turismo di prossimità che era stato provvidenziale nelle ultime due estati. La Pasqua che cade il 17 aprile sta posticipando l’inizio della stagione turistica ma questo non significa che strutture ricettive, bar, ristoranti ed enoteche non si stiano organizzando per i mesi più importanti, dal punto di vista dell’affluenza, per Montalcino. Eppure, sentendo operatori e leggendo tanti annunci che circolano, non è facile trovare personale. Un problema noto che si sta riproponendo in un territorio come Montalcino che, va ricordato, è uno dei 9 Comuni in Italia ad avere almeno 100 agriturismi.
“Il problema del reperimento del personale - spiega Fabio Borghi della Confcommercio Montalcino - è reale. Ci sono delle aziende che hanno preso in affitto delle abitazioni, fuori dal capoluogo, mettendole a disposizione dei dipendenti. In tanti arrivano da zone diverse e un giovane non può permettersi di pagare un affitto a Montalcino. Per le aziende si tratta di una spesa in più in un periodo difficile. Gli stipendi dei lavoratori? Anche questo è un aspetto importante, ma al di là delle opinioni c’è un contratto collettivo nazionale su cui basarsi”.
Per Fabio Tassi, imprenditore e presidente Confesercenti della zona di Montalcino, “la situazione è tragica. I lavori più umili non li fa più nessuno, servirebbe una scuola di formazione. Strumenti come il reddito di cittadinanza possono spingere a fare delle valutazioni diverse. Non succede solo da noi, le difficoltà si trovano in Italia e all’estero. Sicuramente a Montalcino c’è meno esigenza occupazionale rispetto ai paesi vicini dove è più semplice trovare persone. Se servirebbero stipendi più alti? Può essere un motivo ma questo problema non si risolverebbe lo stesso. E chi merita viene comunque premiato”.
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