È morta a 93 anni Lina Wertmüller, grande regista e prima donna ad aver ricevuto una nomination all’Oscar per la miglior regia (per “Pasqualino Settebellezze”, nel 1977), Oscar che poi ha ricevuto alla carriera, nel 2019. Un grande lutto per il mondo del cinema, per l’Italia e anche per Montalcino, che l’aveva conosciuta nel 1971, quando Wertmüller scrisse col suo grande amico Franco Zeffirelli la sceneggiatura di “Fratello sole, sorella luna”, film ambientato anche a Montalcino. Nella Fortezza, che per l’occasione ospitò la riproduzione in cartapesta di una chiesa, fu girata una scena simbolo, quella in cui San Francesco si spoglia di tutte le ricchezze per vivere all’insegna della povertà estrema e in Dio, attraverso le Sue creature, mentre per un altro momento importante, quando Francesco è attratto da un’intensa luminosità che lo guida ad abbandonare le proprie ricchezze per vivere in povertà, fu scelta l’Abbazia di Sant’Antimo.
“Esiste un legame indissolubile tra cinema e wine&food, sono entrambe forme d’arte elevatissime. Siamo sotto la protezione di un grande dio, Dioniso, dio della sregolatezza ma anche della fantasia”. Così Lina Wertmuller definì l’arte, in tutte le sue forme, e Dioniso, suo protettore, al quale Montalcino, anni fa rese omaggio. Era il lontano 1986, quando, nel suggestivo scenario della Fortezza, fu allestito un banchetto-spettacolo (su idea di Ferruccio Marotti, deus ex machina dello Studio Internazionale dello Spettacolo, un progetto di seminari e spettacoli teatrali che per tre anni ebbero come sede la patria del Brunello). Gli spettatori di questo insolito convito ebbero la straordinaria possibilità di partecipare alla cena assaggiando pietanze e manicaretti preparati dalle mani sapienti delle “massaie” dei quattro Quartieri di Montalcino, seduti fianco a fianco a personaggi d’eccezione: da Dario Fo a Renato Rascel, da Franca Valeri a Manuela Kustermann, da Piero Di Iorio a Massimo Venturiello, da Elsa Martinelli a Franco Camarlinghi, da Renato Nicolini a Rosa Fumetto, tutti coordinati da Daniele Formica nel ruolo di “provocatore” a tempo pieno. Ed è proprio Dario Fo, in un audio intervista rilasciata, a Montalcino, in quell’estate del 1986, a raccontare le origini del teatro che si legano inscindibilmente al culto dionisiaco.