“Non vogliamo l’elemosina, ma solo poter lavorare e arrivare a raccogliere i frutti del nostro lavoro. Invece oltre al danno la beffa, perché gli ATC quando vengono nelle nostre aziende a fare la conta dei disastri provocati dagli ungulati, piangono miseria e ci riconoscono appena il 20 per cento del danno subito”. Lo sfogo e l’amarezza di un agricoltore della Cia di Cetona, Gianni Saracini, testimonia tutto lo stato di esasperazione a cui gli agricoltori senesi dopo anni di emergenza cinghiali e caprioli nelle coltivazioni.
“Gli ATC sono a corto di risorse – sottolinea Valentino Berni, presidente Cia Agricoltori Italiani di Siena - e ormai fuori dalla realtà delle nostre campagne. Un sistema, quello degli ATC che va completamente rivisto e aggiornato alle esigenze della società e dell’agricoltura. Inoltre, ATC e Regione Toscana rallentano gli abbattimenti anche per eccesso di adempimenti burocratici e scarsa presenza dei cacciatori sul territorio, quando invece servirebbero con urgenza abbattimenti”. Per Valentino Berni, presidente Cia Siena, il tempo per risolvere l’emergenza ungulati è finito da tempo in provincia di Siena. Inoltre, per c’è il problema dei ristori dei danni subiti: «I fondi degli ATC sono agli sgoccioli, e così succede anche che non riconoscano i danni subiti dagli agricoltori, sminuendo la mancata produzione agricola proprio per assenza di risorse, come nel caso dell’agricoltore di Cetona”.
In due attraversamenti dei cinghiali sul mais coltivato nella sua azienda (di 12 ettari a mais), sono stati oltre 70 i quintali di mais andato distrutto: “Invece sono stati riconosciuti danni solo per 27 quintali la prima volta e solo 5 la seconda – racconta Saracini –, una miseria. Per questo chiedo agli ATC di non venire proprio a fare una conta dei danni che non è veritiera e che sa tanto di presa in giro per noi agricoltori. Servono abbattimenti, preventivi, regolari e tempestivi, invece abbattimenti non ce ne sono, e dopo ti riconoscono le briciole. E nelle mie condizioni ci sono tanti agricoltori che coltivano mais e girasole nella mia zona, che hanno dovuto subire anche perdite maggiori. E’ una vergogna”.
La Cia Siena è uscita dalle ATC da alcuni anni. Nei giorni scorsi un incontro fra i vertici della Cia senese i presidenti degli ATC (Siena Nord e Sud): “Dopo questo incontro – aggiunge Roberto Bartolini, direttore Cia Siena – ci aspettiamo i fatti, che gli impegni presi, questa volta, vengano mantenuti. Cia è sempre disponibile al dialogo e a fornire il proprio contributo, anche se uscita dagli ATC”.