Per la vendemmia 2021 si stima, in Toscana, una produzione di vino pari a 1,65 milioni di ettolitri, in calo del 25% rispetto ai 2,29 milioni del 2020. Una diminuzione significativa rispetto alla media nazionale (-9%, che comunque garantisce all’Italia il primato per produzione) - e anche alla situazione del territorio di Montalcino, dove è stato stimato un -10% di uva rispetto allo scorso anno (e “questo influirà positivamente sulla qualità”, aveva sottolineato il presidente del Consorzio del Brunello, Fabrizio Bindocci). A dirlo sono le stime di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini, che hanno unito le rispettive forze e competenze per fornire alle imprese italiane e alle amministrazioni dati utili nel definire politiche e azioni da mettere in campo. I dati vengono elaborati mettendo a sistema le rilevazioni dei rispettivi osservatori territoriali (le sezioni regionali di Assoenologi, le imprese socie di Uiv e l’Ismea, che contribuisce con la propria rete e il confronto con l’Ufficio Vitivinicolo del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali). Si tratta chiaramente di prime indicazioni: saranno cruciali le condizioni meteo delle prossime settimane per definire meglio il quadro produttivo.
Sarà, infatti, una vendemmia di grande apprensione a causa degli ormai persistenti mutamenti climatici e di un andamento meteorologico molto incerto, che può creare anche in territori limitrofi importanti differenze qualitative e quantitative, dopo una stagione caratterizzata dalle gelate primaverili, che hanno colpito molti areali soprattutto del Centro Nord, seguite da un’estate particolarmente calda e siccitosa dove non sono mancati forti temporali, accompagnati da importanti manifestazioni grandinigene. Le problematiche legate alle sempre più mutevoli e imprevedibili condizioni climatiche impongono un più attento monitoraggio da parte dei vignaioli e degli enologi, con particolare attenzione alla custodia e alla sostenibilità ambientale, elementi ormai necessari anche per un adeguato riconoscimento da parte dei consumatori. A questo si affianca il grande entusiasmo con cui ogni anno si affronta questo periodo ai fini della migliore valorizzazione dei futuri vini, ormai primi ambasciatori dei nostri territori. Questa campagna produttiva, peraltro, arriva in un momento molto importante per il settore che, dopo le problematiche legate alla pandemia, può cominciare a guardare al futuro con più ottimismo, grazie alla riapertura dell’Horeca, alla ripresa del turismo e a un buon ritmo di consegne oltre i confini nazionali.
Focus: il report sulla vendemmia 2021 in Toscana
La stagione 2021 si è aperta lasciandosi alle spalle un inverno particolarmente piovoso, che ha garantito un’importante riserva idrica. Durante il mese di aprile si sono registrati bruschi abbassamenti di temperatura, che hanno portato a fenomeni di gelate nei fondivalle (che hanno creato problemi soprattutto alle uve rosse e dunque in primis al Sangiovese, che solo in parte ha poi reagito producendo nuove gemme) e ad una crescita moderata in debutto di stagione. Dal mese di maggio, con l’arrivo del caldo, la vite ha reagito con un bello sviluppo dei germogli ed un’ottima fioritura, in un clima tendenzialmente asciutto che ha aiutato a limitare le patologie fungine.
Tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto si sono visti i primi accenni di invaiatura, accompagnati anche dai primi segnali di stress idrico. Dal 10 di agosto le temperature massime hanno fatto registrare picchi importanti che, uniti al lungo periodo di assenza di precipitazioni e a leggere brezze, hanno portato ad una diminuzione di umidità nel terreno e a diffusi fenomeni di stress idrico e colpi di calore. La siccità ha riguardato varie zone sia interne che costiere, e quest’ultime hanno anche dovuto combattere contro forti venti che hanno ulteriormente asciugato il terreno.
La vendemmia è comunque già iniziata per le basi spumante bianche quali Ortrugo, Moscato, Pinot grigio e Chardonnay. Proseguirà nella prima decade di settembre con Merlot e Albana, per continuare a metà settembre con i Trebbiani e terminare subito dopo con il Sangiovese.
In alcune denominazioni si nota una debole presenza di tignoletta in terza generazione e cominciano ad arrivare le prime segnalazioni di danni da ungulati.
Le condizioni attuali e le previsioni meteo dei giorni a venire ci fanno pensare a una vendemmia complessa e di difficile lettura. Ci saranno aree viticole con alcuni vitigni in particolare che riusciranno a portare a termine con velocità il processo di maturazione, mentre altre zone che, in virtù del ritardo causato dalla gelata o da possibili blocchi di maturazione dovuti alla siccità, potranno maturare più lentamente e dar luogo a una vendemmia posticipata.
Gli scarsi rendimenti ad ettaro, le temperature di inizio agosto ed i possibili fenomeni di disidratazione sulle uve fanno pensare ad una vendemmia di grande concentrazione, più vocata per la produzione di rossi rispetto a bianchi e rosati.