Benvenuto ad “Ilginus”, il gin dedicato a Montalcino. Nella patria della biodiversità non stupisce che possano nascere idee simili anche se siamo nella terra dei grandi vini rossi. Ma l’amore per il territorio e la voglia di “giocare” con le sue grandi potenzialità ha fatto nascere un progetto molto interessante. Già perché a Montalcino è stato dedicato un gin, bevanda i cui antenati sono proprio in Italia anche se poi è “esplosa” in Inghilterra. Ma a chi è venuta l’idea? A Simone Meattini della Trattoria Il Pozzo ed a Gianluca Turchi dell’enoteca Vino al Vino. Ed è proprio Simone a spiegarci il tutto, confermandoci che le erbe botaniche sono del territorio e quindi ci troviamo, di fatto, di fronte ad un prodotto Made in Montalcino.
“L’idea di fare un gin dedicato a Montalcino - spiega Meattini - nasce nell’inverno 2019 durante una chiacchierata tra me e Gianluca parlando del fenomeno gin e della sua completa adattabilità a qualsiasi idea. Decidiamo di provarci e di dedicare un gin al territorio ilcinese. A causa della pandemia l’idea slitta a giugno 2020 quando inizia a trasformarsi in realtà iniziando a fare alcune prove con Nannoni Grappe (azienda di Paganico ndr). Dopo le prime difficoltà sulla scelta più corretta delle botaniche idonee a rispecchiare il territorio ilcinese in un gin, chiamo in aiuto Sara Monaci, mia amica di infanzia (di Sant’Angelo in Colle ndr), laureata in Scienze farmaceutiche applicate e titolare dell’erboristeria Erba Mistica a Bagno Vignoni”.
Sara perfeziona il tutto con saggezza ed esperienza ed a quel punto non manca che un dettaglio non secondario. Come chiamare il gin? “Il nome - continua Simone - nasce ad un tavolino con gli amici. Montalcino è Mons ilcinus allora il nome del gin deve essere “Ilginius”! “Ilginus” è un London dry gin dal gusto avvolgente che ha stupito anche noi, il ginepro è presente in tutte le fasi dell’assaggio ed a lui si alternano note burrose date dalle foglie di olivo a note balsamiche derivate dalle bacche di cipresso; a metà sorso si apprezza la freschezza dell’asparagina e, infine, persistente torna il cipresso. Quando a fine giugno Priscilla Occhipinti, maestro distillatore di Nannini Grappe, Che ha seguito l’intera produzione ci dice: “ragazzi il gin è buonissimo!” non ci potevamo credere. Era fatta, il gin che per noi rispecchia il territorio era pronto. Siamo molto soddisfatti, non è facile fare un London dry gin con poche botaniche, ne abbiamo messe cinque di cui tre sono quelle prevalenti al gusto: bacche di cipresso, foglie di olivo e l’asparagina e, come tutti i produttori, anche noi teniamo segrete le due botaniche secondarie”. La “mission” dei ragazzi era quella di ideare un gin con solo botaniche raccolte o comunque presenti nel territorio comunale. Impresa riuscita. Il gin si trova già in alcuni locali a Montalcino e si candida ad essere una valida carta per gli amanti di questa bevanda.