Montalcino riparte sotto “buona stella” di Banfi

Il panorama da Castello Banfi“La prima volta che vidi Montalcino e quel Castello che per me rappresentava il futuro, la portata del sogno di mio padre John fu subito chiara. Oggi sono orgogliosa: Castello Banfi è realtà”. Nelle parole di Cristina Mariani-May, proprietaria della Castello Banfi (a WineNews, ndr), c’è tutta l’essenza di un progetto voluto dalla famiglia italo-americana in un territorio che all’epoca - era la fine anni degli Settanta - non poteva certo immaginare, sognare quello sì, ciò che sarebbe diventato: uno dei territori del vino più importanti al mondo, grazie al Brunello, oggi tra i vini più celebrati dalla critica internazionale, amato e desiderato dagli amanti del vino e dai collezionisti grazie ad annate che continuano a farlo entrare nella storia. Poi, è arrivata la pandemia. Tra incertezze, difficoltà e lockdown, proprio grazie a due grandissime annate consecutive come non si erano mai viste, la 2015 e la 2016, il mondo non ha mai smesso di parlare di Brunello e di Montalcino.

Ma l’emergenza ci ha insegnato che, anche se costretti, non si può stare fermi, ma progettare la ripartenza e il futuro. Un futuro nel quale Banfi, la griffe che ha lanciato il Brunello nel mondo, è già entrata, riportando nel lockdown una stella Michelin nel territorio di Montalcino. A conquistarla, il Ristorante “La Sala dei Grappoli” con lo chef Domenico Francone, che nella ripartenza della ristorazione italiana, da pochi giorni ha riaperto le porte nella cornice del Castello Banfi Wine Resort, il trecentesco Castello di Poggio alle Mura tra i vigneti del Brunello nella Val d’Orcia Patrimonio Unesco, che fa parte del prestigioso circuito mondiale dei Relais & Chateaux, un “gioiello” dell’ospitalità made in Italy e tra le mete dei luxury travel più famose al mondo. Una bellezza - vera, pura, naturale, per questo molto facile anche da captare, che ti entra nellanima - quella di Castello Banfi davvero difficile da trovare nel mondo del vino in Italia e nel mondo.

Gli stellati Michelin di proprietà delle griffe del vino italiano rappresentano ben il 5% del totale dei ristoranti della Guida Michelin 2021, e Banfi è tra le cantine che, in un binomio naturale, hanno scelto di puntare sulla ristorazione di qualità nei più importanti territori del vino italiano, come Montalcino. È qui che oggi riaccoglie e si prepara a riaccogliere con ottimismo e fiducia, il turismo al quale il territorio del Brunello è abituato. E lo fa con la novità della stella Michelin conquistata a fine 2020, dallo chef Domenico Francone, di origine pugliese e già ai fornelli per il tristellato Heinz Beck, con la sua brigata di 10 persone, molto professionale, di talento ed impeccabile in sala ed in cucina.

Nei suoi piatti (dallo Spaghettone Biologico Dimitria, cicale, fave, fiori di zucca e lime al Tortello maremmano … a modo mio, con scomposizione e ricomposizione degli ingredienti di uno dei piatti più famosi della cucina toscana, dalla Variazione d’agnello nostrale, alghe, frutti di mare e salsa al Brunello ai pani rigorosamente fatti a mano, e tagliato al tavolo, alla raffinata Dolce Sorpresa, tutta da scoprire) c’è la passione per le materie prime, c’è il fascino degli ingredienti di territorio ed il racconto di chi li produce, c’è una cucina contemporanea che reinterpreta la tradizione che vive nei ricordi dell’infanzia, in abbinamento alle diverse ed ottime etichette di Castello Banfi.
Ma c’è anche una visione che conosciamo bene: quella della griffe-simbolo del Brunello e tra i nomi più importanti del vino italiano, che non ha mai smesso di guardare al suo futuro, ed a quello del suo territorio. Una azienda senza la quale Montalcino, forse, oggi, non sarebbe Montalcino.

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