Il primo passo ufficiale è stato compiuto. Lo scorso 2 febbraio il Comune di Montalcino ha approvato all’unanimità il piano di recupero per la riqualificazione e la riconversione a destinazione turistico ricettiva dell’area artigianale dismessa di Ampella, a San Giovanni d’Asso. Quella che un tempo era una cava diventerà presto (nel business plan la data di apertura a primavera del 2023, ma è da valutare il fattore Covid) un resort a cinque stelle, gestito da Lefay, il brand italiano che già nel portafogli due resort sul Lago di Garda e sulle Dolomiti. Si parla di una struttura di 24.000 metri quadrati da 280 posti letto (98 suite, 20 units e 12 garden villa), bar, ristoranti, piscine, saune, bagni turchi, area fitness, cantine, magazzini, lavanderia, sale comuni e un parcheggio interrato da 167 posti, che secondo gli investitori genererebbe un fatturato di 28,8 milioni di euro all’anno (più le ricadute sul territorio: 5,4 milioni di euro per la spesa per beni e servizi da parte degli ospiti del resort, circa 200.000 euro di tassa di soggiorno, oltre 20.000 di coperti nei ristoranti limitrofi e oltre 100 nuovi posti di lavoro che si aggiungerebbero ai 175 dipendenti full time del resort).
“È un intervento molto pesante in termini urbanistici ma che può portare a una riqualificazione ambientale e socioeconomica del territorio che riguarda la zona di Montisi e San Giovanni d’Asso – ha spiegato il sindaco Silvio Franceschelli durante il consiglio comunale – essendo di impatto rilevante, comporterà un’attenzione da parte nostra sugli sviluppi. È una sfida importante sia per l’imprenditore che per l’amministrazione comunale. Ricordo che questo intervento si colloca in un riassetto socioeconomico del comune post-fusione, è scritto nel verbale della Regione. Senza fusione non sarebbe stato possibile. La convenzione ha durata decennale, il lasso temporale tra l’inizio e il compimento integrale è anche troppo generoso”.
Il progetto ha ricevuto l’approvazione anche dell’opposizione. “Ho visionato le carte, sono andato sul posto e i dubbi sono spariti – commenta Duilio Landi – da Pienza non si vedrà niente, se non parti marginali, è la cosa che mi preoccupava di più. L’importante è che tutti gli enti seguano l’andamento dei lavori. Sono favorevolissimo a questo intervento che mette fine a un degrado in una zona che non se lo merita”. “Ho seguito l’iter fin dall’inizio – sottolinea Angelo Cosseddu – si parla di una struttura enorme, 24.000 metri quadrati e un investimento di 50 milioni di euro, ma la proprietà ci ha messo la faccia e mi è sembrata seria”.
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