Il Rosso di Montalcino secondo Eric Guido (Vinous)

Eric Guido, giornalista di Vinous“La denominazione del Rosso di Montalcino non è mai stata meglio di come è oggi”. Eric Guido, giornalista di Vinous, influente pubblicazione americana diretta da Antonio Galloni, giudica così il momento del Rosso, l’altro vino di pregio di Montalcino oltre al Brunello, in un articolo dal titolo “Il potere del tre: nuove annate di Rosso di Montalcino” in cui riassume le degustazioni svolte a New York a dicembre 2020 su tre annate differenti, la 2017, la 2018 e la 2019, tutte e tre con propri meriti “che consentiranno loro di essere apprezzate da una vasta gamma di palati”.

“La richiesta di degustare il Rosso di Montalcino – scrive Guido – ha inondato la mia casa di vini di tre annate molto diverse tra loro. Di primo acchito, mi è parsa una sfida, perché il mio intento iniziale era di redigere una relazione su tutti i 2019. Tuttavia, mi sono poi reso conto che mi si prospettava l’opportunità di degustare una vasta gamma di nuovi vini, tutti già sul mercato o in fase di lancio, e di comprendere meglio le prossime tre annate di Brunello”. Tre annate che sono molto diverse in termini di clima, condizioni e risultati. “Tutte e tre offrono un’esperienza unica, sia che si godano al meglio per il loro piacere primario, per la loro riservatezza e immacolata bellezza o per il potenziale che racchiudono in sé. Oltre a quanto già detto, non tralasciamo il secondo aspetto più gradevole del Rosso di Montalcino (il primo è il piacere di berlo), vale a dire immaginare ciò che possiamo aspettarci dagli imminenti Brunello di queste stesse annate”.

Prima di entrare nei particolari, il giornalista di Vinous rivela che “quando mi ritrovo a fissare con bramosia le file di bottiglie nella mia cantina alla ricerca di una che sicuramente piacerà, stupirà e si abbinerà perfettamente alla cena, è molto probabile che la mia scelta ricada su un Rosso di Montalcino”.

Venendo alle degustazioni, “l’inizio dell’annata 2017 è stato fresco e piovoso ma il clima è diventato estremamente caldo e secco a giugno ed è rimasto tale per tutti i mesi estivi, portando a un inizio precoce della vendemmia. Molti produttori hanno fatto il primo passaggio in vigna verso la fine di agosto. Nel sud le rese sono state drasticamente ridotte poiché i grappoli stavano letteralmente appassendo sulla pianta. Francesco Marone Cinzano di Col d’Orcia l’ha definita la vendemmia più scarsa nella storia della sua tenuta. Nel frattempo, nel più fresco settentrione, la produzione di molte tenute è stata ulteriormente ridotta da una gelata nel mese di aprile. La cantina Sassetti Livio Pertimali ha riferito che le rese sono diminuite del 40%. Tuttavia, settembre ha portato con sé le tanto sospirate piogge che hanno contribuito a bilanciare la maturazione prima che le cantine facessero l’ultimo passaggio in vigna. Il risultato è stato un’annata di bassa resa ma opulenta e ricca ed in alcuni casi con tannini spigolosi che richiedono tempo per risolversi completamente. Così, oggi possiamo tutti godere dei piaceri edonistici e intensamente fruttati del Rosso 2017”.

“Nel 2018 – continua Eric Guido – la pioggia è stata la sfida più grande, poiché ha afflitto la regione fino ad agosto inoltrato insieme a temperature più basse della media. Dalla seconda metà di agosto in poi, Madre Natura ha regalato a Montalcino condizioni climatiche più calde, asciutte e ventilate, che per la maggior parte, ma non sempre, hanno contribuito alla corretta maturazione delle uve prima della vendemmia. In media, le tenute hanno iniziato la raccolta a metà settembre, con vendemmie che si sono protratte fino a ottobre inoltrato. Se nel 2017 si temeva per le uve che appassivano e avvizzivano sulla pianta, la preoccupazione più grande del 2018 era la muffa e la sua corretta eliminazione dai grappoli in tempo per salvare il frutto sano. Questo ha fatto del 2018 l’annata dei viticoltori, un anno in cui una maggiore enfasi sulla salute dei vigneti e delle viti ha rivestito un’importanza fondamentale. Detto ciò, il miglior Rosso 2018 è davvero speciale. C’è un’attraente combinazione di aromi molto profumati, frutti a bacche rosse croccanti e un’acidità brillante che rende questi vini armonici, leggermente delicati e un vero piacere alla beva. Una cosa è certa: a prescindere da ciò che questa annata ha in serbo per la categoria del Brunello, il Rosso migliore è avvincente”.

Giungiamo così all’annata 2019, “che ha già ottenuto la valutazione a 5 stelle del Consorzio del Brunello e in cui risiedono le grandi aspettative dei produttori – prosegue la firma di Vinous – Dal punto di vista climatico il 2019 è stato un po’ come le montagne russe, con forti piogge in primavera che hanno contribuito a mantenere l’equilibrio durante l’ondata di caldo del mese di giugno, seguita da un’altra ondata di caldo a luglio. Fortunatamente, la pioggia abbondante di agosto ha reintegrato le riserve idriche per le viti. La grazia salvifica si è manifestata dopo le piogge di agosto, quando le temperature sono rimaste calde ma asciutte, con forti escursioni termiche tra la notte e il giorno che hanno contribuito all’equilibrio della maturazione. Queste condizioni si sono protratte per tutta la vendemmia, abbondante e svolta nei tempi classici, dalle prime settimane di settembre fino a tutto ottobre, con una raccolta di grappoli perfettamente maturi e sani. Detto ciò, aspettiamoci un’annata 2019 con un po’ del carattere caldo della vendemmia. Alcuni produttori stanno già facendo paragoni con il 2015. Personalmente ritengo che il Rosso abbia più freschezza ed eleganza dei vini 2015 alla loro immissione in commercio. Inoltre, c’è anche tanta profondità e potenza e questo potrebbe essere di buon auspicio per il Brunello dell’annata. C’è da aspettarsi un 2019 di buona beva non appena messo in commercio ma ancora migliore dopo un anno o due di sosta in cantina”.

Il Rosso di Montalcino, conclude Eric Guido, offre un’espressione gradevole del Sangiovese “che trasmette lo stile locale ed il terroir ad esso associato. Con il suo fruttato speziato e spiccata acidità, si abbinerà a quasi tutti i piatti che la nostra immaginazione possa concepire. Mentre alcuni vini si stanno avvicinando alla fascia di prezzo di un Brunello base, la maggior parte di essi offrono ancora l’opportunità di un ottimo acquisto”.

“Il fatto che Vinous abbia dedicato una degustazione al Rosso di Montalcino ci fa molto piacere – spiega Riccardo Talenti, vicepresidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino e responsabile dell’area marketing – molte aziende di Montalcino stanno puntando sempre più sul Rosso e il focus del Consorzio in futuro sarà di far emergere questa denominazione dalle grandi potenzialità, cresciuta finora all’ombra dal Brunello”. Il Rosso di Montalcino, essendo più giovane e più accessibile come prezzo, abbraccia anche le nuove generazioni e può rappresentare una tappa di avvicinamento al Brunello. “È un vino con una propria identità – aggiunge Talenti – gode di bevibilità e grandissime profondità, trame tanniche interessanti, piacevolezza di profumo, aromi più semplici e giovani. È una sorta di anteprima della potenzialità dell’annata. È un vino sia da grandi occasioni, perché parla di un territorio prestigioso come Montalcino, ma anche per lo svago. Stappare un Rosso di Montalcino ti permette di non pensare al piatto da abbinare, all’affinamento lungo. È meno impegnativo dal punto di vista mentale”.

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