Sui mezzi pubblici, su taxi e Ncc, nei negozi e a fare la spesa, negli uffici e luoghi chiusi ma anche negli spazi all’aperto frequentati da più persone e dove è obbligatorio il mantenimento della distanza di sicurezza. Insomma, in tutti quegli ambienti in cui è necessaria la distanza sociale di 1,8 metri come disposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sono questi i luoghi in cui sarà obbligatorio usare la mascherina in ogni Comune della Toscana, non da adesso ma dal momento in cui ciascuna amministrazione comunale avrà completato la distribuzione degli 8,5 milioni di mascherine FFP1 monouso (ovvero le mascherine chirurgiche). Sono tre mascherine a testa (esclusi i bambini più piccoli), ma altre successivamente ne saranno consegnate.
“Indossare le mascherine chirurgiche è un primo elemento di prevenzione primaria”, spiega in un video postato su Facebook il presidente della Toscana Enrico Rossi, subito dopo aver firmato l’ordinanza. “Ma sia ben chiaro, avere la mascherina non autorizza ad uscire. Il primo compito di ciascun toscano è quello rimanere a casa, salvo motivi di necessità che sono il lavoro, fare la spesa o recarsi dal medico o in farmacia. E siccome a fare la spesa o dal medico uno non va tutti i giorni, il numero limitato di mascherine di questo primo stock è già sufficiente a garantire autosufficienza per un certo periodo”. Le indicazioni seguite dalla Regione per indicare quando e dove indossarle sono quelle dell’Organizzazione mondiale per la sanità. “Tutti quegli ambienti pubblici o privati in cui per l’Oms è necessaria la distanza sociale di almeno 1,8 metri”, precisa Rossi.
L’obbligatorietà di indossare le mascherine sarà graduale: scatterà, nei singoli territori comunali, dal momento in cui il sindaco comunicherà alla Regione che l’ultima mascherina è stata consegnata. Per farlo ai primi cittadini saranno concessi al massimo sette giorni. Le mascherine non saranno obbligatorie per i bambini con meno di sei anni e per chi non le tollera (ma in questo caso sarà necessario un certificato del medico curante).