Il Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco ha approvato la proposta di candidatura a Patrimonio culturale immateriale della “Cerca e cavatura del Tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali”. La presentazione avverrà entro fine mese al Segretario Unesco. La candidatura era stata avanzata dalla Federazione delle Associazioni Tartufai Italiane (Fnati) e dalle Città del Tartufo (la cui associazione ha sede operativa a San Giovanni d’Asso), che non hanno mancato di esprimere la loro soddisfazione per questo importante passo in avanti. Inoltre nel processo di candidatura un ruolo importante è stato svolto dal Servizio Unesco del Ministero dei Beni Culturali. Il tutto era nato da un’idea di Giacomo Oddero, allora presidente del Centro Studi Tartufo di Alba, e grazie allo studio di ricerca antropologica dei professori Piercarlo Grimaldi e Gianfranco Molteni, con il quale i promotori hanno potuto elaborare un progetto che, per la prima volta, avvia un lavoro di catalogazione finora mai realizzato, permettendo di documentare una tradizione secolare praticata e tramandata dai tartufai diffusi su gran parte del territorio nazionale.
“Pur tra tutte le difficoltà del momento - ha detto il presidente delle Città del Tartufo, Michele Boscagli - accogliamo con soddisfazione la candidatura che, qualora venisse accettata, rappresenterebbe un grande aiuto per tutta la comunità nazionale del tartufo composta da 70.000 tartufai e da quasi tutte le regioni italiane. Ciò rappresenta un enorme prospettiva di sviluppo per tutti i territori rurali e i piccoli borghi interessati”.
“La notizia - sono le parole del presidente Fmati, Fabio Cerretano- arriva in un periodo non facile per il nostro Paese. Dopo il tanto lavoro fatto, sono grandi l’orgoglio e la soddisfazione per questo che è già un risultato enorme, perché dà modo di illuminare un mondo che è spesso sconosciuto ai più e, a volte, anche vittima di pregiudizio. Questa candidatura avvalora ulteriormente l’apprezzamento universalmente tributato al “prodotto tartufo” svelando la sua “storia” e il percorso che dal bosco lo porta sulle migliori tavole”.
San Giovanni d’Asso, ovviamente, è spettatore interessato. Una eventuale candidatura sarebbe accolta volentieri ma c’è un aspetto che il presidente dell’Associazione Tartufai Senesi, Paolo Valdambrini, tende a sottolineare: “ben venga la candidatura - spiega - ma a mio parere la cerca dovrebbe divenire una cosa imprenditoriale, una attività lavorativa per tante persone e sarebbe utile in un momento del genere. Il tartufo è un valore aggiunto per questo territorio”.