C’era da aspettarselo e ieri sera puntuale è arrivato l’annuncio del Premier Conte. L’Italia si ferma davanti al Coronavirus e anche la Toscana diventa una zona rossa, anzi protetta, e si dovrà adeguare alle nuove regole. Stop alle scuole fino al 3 aprile, arrivederci (a chissà quando) ad eventi e manifestazioni sportive, alt ai supermercati il sabato e la domenica, bar e ristoranti (chi se la sente a questo punto…) aperti solo dalle 6 alle 18. Adieu aperitivi, visite ai musei, pomeriggi nei centri culturali e ricreativi. Adesso è coprifuoco e con la carica del #tuttiacasa a ronzarci nella testa e nelle orecchie e che non ci fa aprire quella porta. C’è da scommettere che anche gli esercizi commerciali che restano aperti presto chiuderanno: difficile, talvolta, far rispettare la distanza di un metro ed evitare assembramenti soprattutto in luoghi pubblici come i bar più gettonati. Prendersi delle responsabilità, in questo momento, pesa come un macigno. Sospese anche le cerimonie civili e religiose, rischia grosso chi giustifica il falso negli spostamenti. Meglio restare a casa, in tutti i sensi. “Dobbiamo cambiare le nostre vite”, ci è stato detto, ed è vero, perché con la salute non si scherza. D’altronde da quello che facciamo noi può dipendere anche il benessere altrui. Troppa leggerezza abbiamo visto negli ultimi giorni: dalle decine e decine di bus che dal nord sono partiti in direzione del sud Italia fino ad una “movida” ingiustificata. Cambiamo stile, adeguiamoci e incrociamo le dita. E se dobbiamo fermare tutto, fermiamolo. I bus e i treni devono continuare a circolare? Pensiamoci. Poi, quanto prima, “dall’alto” che facciano partire gli aiuti: ad iniziare dai genitori che devono andare a lavoro ma che magari non sanno a chi lasciare i figli e una babysitter, ammesso che la si trovi, ha un costo. E poi naturalmente le aziende, il commercio che sta prendendo un colpo durissimo. In questi giorni a Montalcino abbiamo sentito storie difficili, la preoccupazione aumenta, ma non bisogna perdere la fiducia e iniziare già a pensare a quando si ripartirà perché in quel momento bisogna essere pronti. Ce la faremo, bisogna essere uniti, ma serve agire e responsabilizzarsi: tutti, dal primo all’ultimo.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024