Considerato da tantissimi montalcinesi come il sindaco più amato, sia per quello che ha fatto (moltissimo) per il territorio che per il suo stile, senza peli sulla lingua, schietto, sincero e deciso. Parliamo di una mente lucidissima e fulgida, una memoria storica unica e un grande uomo di cultura: Ilio Raffaelli, la scorsa settimana, è stato premiato a Benvenuto Brunello 2020 con il “Leccio d’Oro” speciale per la sua attività di promozione del turismo, valorizzazione del vino locale e diffusione della cultura del Brunello. Se oggi conosciamo Montalcino così come è, un territorio ricco, benestante e che ha fatto del vino il suo motore trainante per l’economia locale, merito va dato anche alle scelte di un uomo sempre in anticipo nei tempi come è Raffaelli. In questa intervista, l’ex primo cittadino (lo ha fatto per venti anni), ripercorre alcune tappe fondamentali per lo sviluppo del territorio tra aneddoti, storia e uno sguardo sul futuro. Come quando l’economia si bloccò, si era sul finire degli anni ’50, e Raffaelli andò contro a chi voleva portare le fabbriche sul territorio decidendo che la unica salvezza era quella di puntare sul vino. Durante la conversazione sono emerse diverse curiosità, come il ricordo dei Capi di Stato che hanno degustato il Brunello ma anche alcune valutazioni sul futuro (“bisogna credere nel Brunello biologico”) e pure qualche critica. Perché a Montalcino “ci sono tanti soldi, è visitata da 2 milioni di persone ma non può essere questa” e quel dispiacere per la cultura che non è valorizzata come dovrebbe. Parlare con Raffaelli è come immergersi una giornata intera in una biblioteca alla scoperta di notizie: ma sentire la sua voce è molto più bello di sfogliare le pagine di un libro. Ringraziamo anche la signora Raffaelli per la sua calorosa ospitalità e la sua generosa gentilezza.
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