Da Montalcino al Louvre di Parigi e al Castello Sforzesco di Milano. Parliamo del San Sebastiano, la statua custodita nel nostro Museo e che presto brillerà in uno dei simboli mondiali della cultura e di Parigi. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla statua di Andrea Della Robbia. Ringraziamo la storica dell’arte Maddalena Sanfilippo per la preziosa collaborazione: il contributo storico, ricco e dettagliato, che leggerete qui sotto porta la sua firma.
“Come comunicato da Montalcinonews qualche giorno fa, una delle opere più rappresentative del nostro Museo sarà concessa in prestito dal Comune di Montalcino al Louvre di Parigi, in occasione della mostra Il corpo e l’anima. Sculture italiane da Donatello a Michelangelo, che si terrà nella capitale francese dal 6 maggio al 17 agosto 2020, per poi essere trasferita al Castello Sforzesco di Milano dal 25 settembre al 10 gennaio 2021. In molti dunque avranno la possibilità di ammirare la statua in terracotta invetriata riferita all’attività dello scultore Andrea Della Robbia, datata al primo decennio del XVI secolo e proveniente, come molte delle opere più pregevoli conservate nel nostro Museo, dalla chiesa di San Francesco, ormai sconsacrata, ma a Montalcino, tra Medio Evo e Rinascimento, una delle più ricche di opere d’arte. A conferma della qualità della scultura sta il fatto che il candido San Sebastiano di Andrea Della Robbia anche in passato è andato in prestito in occasione di mostre organizzate da importante istituzioni. Andrea Della Robbia portò avanti tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento l’attività dello zio Luca, fondatore della bottega, che attorno al 1440 mise a punto la tecnica della terracotta invetriata con cui sono realizzate le cosiddette ‘robbiane’. Tale tecnica consente di fornire una straordinaria resistenza nel tempo alla scultura policroma, permettendo la manifattura anche di vere e proprie pale d’altare; basti pensare alla pala in terracotta invetriata esposta al Museo di Montalcino proprio di fronte al San Sebastiano e proveniente dalla Cappella Posi, anch’essa in San Francesco. La statua raffigura il Santo martire Sebastiano. Vissuto tra terzo e quarto secolo d.C., Sebastiano fu un alto ufficiale dell’esercito romano al tempo dell’Impero di Diocleziano. L’imperatore, quando si accorse che Sebastiano proteggeva i cristiani dalle persecuzioni, lo condannò a morte: il soldato fu legato a un palo sul colle Palatino, denudato e trafitto da tante frecce in ogni parte del corpo; creduto morto, i soldati abbandonarono sul posto il corpo di San Sebastiano, che invece fu trovato dopo qualche giorno da Sant’Irene e risanato; l’imperatore ordinò dunque la flagellazione a morte del santo che fu eseguita nel 304, in seguito alla quale il corpo di Sebastiano fu gettato nella Cloaca Maxima. A causa delle ferite provocate dalle frecce sul suo corpo, a partire dal Medio Evo la protezione di San Sebastiano fu invocata in occasione di pestilenze e spesso fu commissionata un’opera d’arte che raffigurasse il santo come ex voto per invocare la salvezza o per ringraziare di essersi stati salvati dalla peste.
San Sebastiano è anche il protettore degli arcieri e a Montalcino il fatto non passa del tutto inosservato visto che è intitolato proprio a lui il premio per l’arciere che raggiunge la serie completa in occasione delle gare di tiro con l’arco in cui si confrontano gli arcieri di ogni quartiere in occasione dell’Apertura delle Cacce e della Sagra. Non a caso è stata scelta proprio l’immagine della statua di Andrea Della Robbia conservata al Museo per la locandina che annuncia la consegna del premio. Nella statua conservata al Museo, il martire è raffigurato con le braccia legate dietro la schiena a un tronco di colore verde-marrone, la camicia con le maniche annodate sui fianchi; sugli esili e armoniosi pettorali si scorgono i fori dove un tempo erano applicate le frecce di bronzo. L’espressione di dolce sofferenza del giovane è descritta in maniera efficace da Antonio Sigillo.‘I limpidi lineamenti del volto del santo comunicano un’esaltazione celestiale più che la sofferenza del corpo martoriato: ed anche i capelli con lunghi riccioli ondulati, che ricadono dolcemente sulle spalle, presentano tracce di doratura ‘a freddo’’ (A.Sigillo, in G. Gentilini (a cura di), I Della Robbia e l’arte nuova della scultura invetriata, Firenze, Giunti).
Per la raffinatezza esecutiva, la dolce espressività del volto, l’armonia e la grazia delle proporzioni del corpo enfatizzate dal candore latteo della terracotta invetriata, il San Sebastiano di Andrea Della Robbia è di sicuro un valido testimone del patrimonio artistico della nostra città, degno di essere esposto al Museo del Louvre di Parigi come ambasciatore di Montalcino”.