La Regione Toscana ha pubblicato il report 2019 sui musei. Partiamo dai numeri complessivi: sono 772 i musei in Toscana, +12 sullo scorso anno, di cui 727 aperti (+11 sul 2018). Le cifre degli ingressi ammontano a 25.800.000 unità, in crescita del 3,2%. Qual è la situazione a Montalcino? I dati, riferiti al 2018, parlano di 8.440 biglietti staccati per il Museo Civico e Diocesano Raccolta Archeologica con un sonoro -27,7% rispetto al 2017. Cifre che però sono condizionate dal fatto che il museo nel 2018 è stato chiuso, per mesi, a causa di ristrutturazione e adeguamenti. Il Museo del Tartufo a San Giovanni d’Asso ha sommato 1.534 ingressi ma anche qui l’apertura non è stata continuativa. Non sappiamo i numeri del 2019, ad oggi però i musei non hanno una apertura giornaliera. E questo dispiace.
C’è una nuova gestione, quella di Opera Laboratori Fiorentini, che è un professionista del settore, a cui va dato giustamente tempo. Novità positive ci sono: come il San Sebastiano che sarà esposto al Louvre di Parigi e al Castello Sforzesco di Milano, una notizia che deve rendere orgoglioso tutto il paese. Manca però una comunicazione efficace, un aspetto fondamentale: dai social network non aggiornati, ad un sito ad hoc che non si vede, ma anche tutte quelle “esperienze” in grado di coinvolgere e attirare il visitatore. Arriveranno, ma per adesso non sono dei punti di forza. E la stagione turistica sta per ritornare.
D’altronde, come si legge nella presentazione del report a cura dell’assessore regionale Monica Barni, nei musei toscani “può continuare a giocare un ruolo importante un rinnovato impegno nella ricerca di una qualità nella struttura del museo, nella presentazione delle collezioni, nella visita e nelle attività offerte: è la qualità complessiva ciò che può fare della visita un’esperienza significativa la quale, grazie alla comunicazione attivata dallo stesso pubblico, diffonde una nuova attrattività che ridireziona il pubblico dei visitatori, specie di quelli più autonomi nel definire le proprie destinazioni, a privilegiare sedi defilate ed esperienziali”.
Ed è proprio sulla qualità che dovrà puntare Montalcino ma anche nel dialogo e nelle collaborazioni con il tessuto produttivo del territorio visto che abbiamo la fortuna di godere di buoni numeri di affluenza turistica. E se il museo è vissuto e visitato, di riflesso ne godrà anche il centro storico e i negozianti della parte antica del paese. Il rilancio del sistema museale non è una cosa a sé, ma può portare benefici a tutti: per questo parlarne non è sbagliato.