“Un giorno, verso la fine degli anni Settanta, chiamò Mario Guidotti e mi disse: ho qui con me Fellini e sua moglie, volevo portarli a Montalcino. La casa è aperta, risposi io. Cominciò, così, una simpatica amicizia”. La “Signora del Brunello”, Francesca Colombini Cinelli, condivide con la Montalcinonews il suo ricordo di Federico Fellini, uno dei più grandi registi della storia del cinema, che il 20 gennaio avrebbe compiuto 100 anni. “Passava le acque a Chianciano, mentre per il vino sceglieva il Brunello”, spiega Donna Francesca, mentre scorre davanti a sé alcuni scatti dell’epoca. Dove si nota un Fellini disteso, lontano dagli stress di Cinecittà. “Veniva qui d’estate per rilassarsi, non parlava mai di lavoro. Scherzava con le persone, si divertiva col cane, scendeva in cantina e se c’erano delle ragazzette in giro si metteva a offrire vino, a spiegare cos’era il Brunello. Curiosava in caseificio per vedere come si faceva il formaggio. Era ghiotto di pecorino secco, di zabaione e di donzelline. Apprezzava molto Montalcino, il Brunello gli piaceva tanto e avevamo cura che non mancasse mai nella sua cantina, a Roma. Giulietta Masina, oltre che una bravissima attrice, era un’ottima cuoca. Si faceva dare le ricette. Erano molto legati. Quando Fellini cominciò a star male lei era disperata, quasi si spense. Tant’è che lui disse: Giulietta non piangere, si muore tutti”.
Fellini ricevette proprio alla Fattoria dei Barbi il premio Nastro d’Argento, per il film “La città delle donne”. “Si tratta in realtà di vacanze forzate - scherzò coi giornalisti - la verità è che sono disoccupato. Ho cinque sceneggiature pronte, cinque diversi soggetti di film già definiti che da mesi non riescono a trovare un finanziatore”. Siamo nell’estate del 1981, Montalcino sta conoscendo un fermento incredibile con l’inizio del Festival dell’Attore e la nascita del premio letterario e giornalistico “Barbi Colombini”, istituito da Francesca Cinelli Colombini. “Volevo un premio d’elite - ricorda - che valorizzasse il territorio e che portasse a Montalcino persone di primo piano. Giulietta Masina disse: parteciperei volentieri, se lo fate io ci sto”. Assieme a loro, nella prima commissione del premio, c’erano giornalisti e scrittori come Mario Guidotti (addetto stampa di Pertini), Leone Piccioni, John Earle (corrispondente del Times), Massimo Alberini, il norvegese Trulls Ohra, Geno Pampaloni, Ugo Ronfani, Bino Sanminiatelli e il presidente dell’Enoteca Italiana Luciano Mencaraglia. Ma altri personaggi illustri si aggiunsero nel tempo tra membri della giuria e premiati. Come Mario Luzi, Enzo Biagi, Mario Rigoni Stern, Sergio Zavoli, Rosetta Loy, Susanna Tamaro, Sebastiano Vassalli, Raffaele La Capria e Gianni Brera, che abituato ai vini piemontesi cominciò a bere anche il Brunello. “Una giuria apposita sceglieva il vincitore del premio più importante, quello letterario - continua Francesca Colombini Cinelli - però c’era una clausola: il premio (1,5 milioni di lire tra denaro e bottiglie di vino) doveva essere ritirato a Montalcino. Ricordo che Brera una volta chiamò Indro Montanelli, dicendogli che avevano scelto lui. Accettò, ma non sarebbe venuto. E io risposi che il premio non gli si dava”.
L’ultimo a ricevere il riconoscimento è stato Giorgio Bocca, nel 1998. “Con mio marito stavo sistemando il patrimonio per i miei figli - sottolinea - e Donatella, che curava le corrispondenze relative al premio, decise di proseguirlo cambiando tutto, a partire dal nome (Premio Casato Prime Donne, ndr) e successivamente anche la giuria, interamente al femminile”.
Di aneddoti, parlando con Donna Francesca, spuntano a bizzeffe. Per esempio quando regalò a Pertini una pipa realizzata da un montalcinese e un Brunello 1896, del suo anno di nascita (“era meglio se aveva qualche anno meno”, scherzò l’allora presidente della Repubblica). O quando arrivò Ugo Tognazzi all’improvviso, affamato, e con le mani acciuffò del prosciutto e se le infilò direttamente in bocca. Con Tognazzi ci ricolleghiamo al Festival dell’Attore, che portò a Montalcino personaggi come Eduardo De Filippo, Marcello Mastroianni e Giorgio Albertazzi, e ai diversi registi che scelsero questo territorio per i loro film, in primis Franco Zeffirelli. “Perché - conclude Francesca Colombini Cinelli - non fare un lavoro di recupero dei vecchi film girati qui, e proiettarli d’estate in una rassegna cinematografica?”.
Focus: i vincitori del Premio “Barbi Colombini”
1981 - Gian Antonio Cibotti
1982 - Massimo Grillandi
1983 - Alfredo Cattabiani
1984 - Romano Bilenchi
1985 - Mario Luzi
1986 - Manlio Cancogni
1987 - Mario Tobino
1988 - Carlo Laurenzi
1989 - Mario Rigoni Stern
1990 - Rosetta Loy
1991 - Raffaele La Capria
1992 - Jean D’Ormesson
1993 - Gina Lagorio
1994 - Alessandro Parronchi
1995 - Sebastiano Vassalli
1996 - Enzo Biagi
1997 - Susanna Tamaro
1998 - Giorgio Bocca