Sabato scorso si è tenuta la tradizionale cena degli auguri dell’Avis di Montalcino. Una serata di buona cucina, allegria e premiazioni ma anche di riflessioni. Presente anche Viro Pacconi, il presidente provinciale di Avis. Consegnate le due “medaglie d’oro” per le 50 donazioni a Ettore Riccucci ed Elvia Rabazzi. Premiato anche l’assessore comunale Christian Bovini che ha toccato il traguardo delle dieci donazioni. Lunedì poi l’Avis ha offerto gadget e merenda a tutti gli alunni della scuola elementare dopo i tradizionali canti della scuola a Sant’Egidio. La piazza si è riempita ed è stata anche una buona occasione per ricordare quanto è importante il gesto della donazione di sangue per le persone che sono in difficoltà. Quest’anno i donatori dell’Avis di Montalcino hanno effettuato 247 donazioni in tutto, tra Montalcino e i centri Usl convenzionati di Siena, Nottola e Castel del Piano. Numeri in linea con quelli dello scorso anno e che possono essere incrementati nelle prossime settimane che ci separano dal 2020. Venerdì 20 e 27 dicembre altre due sedute sono in programma… Perché non provare?
Di seguito pubblichiamo i due interventi pronunciati durante la cena da parte del presidente della sezione Avis di Montalcino Barbara Pii. Crediamo siano utili per capire la situazione attuale e per riflettere su alcuni punti che in futuro dovranno necessariamente essere affrontati e magari risolti. Perché non deve esserci il rischio, ora e in seguito, di non poter più donare a Montalcino.
“La nostra associazione è ben radicata sul nostro territorio, tant’è vero che nel 2022 festeggeremo i cinquant’anni dalla nascita dell’Avis Comunale di Montalcino che fu costituita da un piccolo gruppo di persone, e devo sottolineare che si trattava di belle persone. Sì perché i donatori di sangue sono proprio belle persone perché donano il proprio sangue in maniera anonima, non remunerata e consapevole. Sono belle persone anche se non possono donare ma mettono a disposizione il loro tempo per l’associazione e quindi per sensibilizzare alla donazione di sangue. Sono bellissime persone se sono donatori giovani o volontari giovani, perché non è facile nella società di oggi trovare giovani disposti a gesti del genere e ciò non è un problema solo della nostra realtà ma generalizzato in tutta Italia (la paura dell’ago, tatuaggi e piercing o frequenti viaggi all’estero che mettono “in quarantena” la donazione di sangue). Questa è una questione che ci deve far riflettere per trovare presto soluzioni, questione affrontata spesso negli incontri a livello provinciale. Io posso riportare la mia esperienza: sono entrata in Avis come donatrice di sangue a 18 anni, non perché fossi meglio di altri o più lungimirante, ma solo perché tutta la mia famiglia era già donatrice di sangue quindi per me è stato un gesto naturale e spontaneo. Quindi, cari amici donatori, il compito è anche nostro/vostro: trasmettere i valori della donazione ai nostri familiari e amici. Questa, credo sia una delle soluzioni possibili….”.
“L’altra riflessione riguarda invece la constatazione del fatto che avere una Unità di Raccolta Sangue, ovvero un luogo che giuridicamente è a gestione dell’associazione (come lo è la nostra Unità di Raccolta sangue all’interno del Presidio Ospedaliero di Montalcino), non è una ricchezza, non è un plus valore come si potrebbe immaginare, ma un logoramento delle energie stesse dell’associazione che invece avrebbe altre mission, una tra tutte, la sensibilizzazione alla donazione di sangue. Avere una UdR a gestione interamente privata, come è considerata l’Avis per l’Usl, significa occuparsi di apparati medici, di standardizzazioni, di procedure di qualità europee, burocrazia, responsabilità giudiziaria, tutto a scapito di altri obiettivi di competenza di una associazione di volontari che nella maggior parte dei casi fanno tutt’altro di mestiere. Noi dirigenza stiamo resistendo con le unghie e con i denti per non perdere la possibilità di donare a Montalcino, ovvero a chilometri di distanza dagli altri punti di prelievo dell’area, come Nottola, Castel del Piano o Siena”.