“Fino agli anni Settanta la Sagra del Tordo era una delle feste più stimate. Poi sono nate altre sagre, che a livello organizzativo ci sono passate avanti. Ci siamo un po’ adagiati, abbiamo discusso su questioni minori senza adeguarci ai tempi. Ora bisogna mettersi intorno a un tavolo e lavorare su un progetto definitivo, a lungo termine”. Giampaolo Pierangioli, presidente uscente della Ruga, tocca un tema cruciale per Montalcino, il futuro delle Feste Identitarie. Un argomento che, dopo tante parole, potrebbe portare a qualcosa di concreto nel 2020. Anche perché “adesso si respira un’altra aria - spiega Pierangioli in una videointervista alla Montalcinonews - in passato ognuno tirava l’acqua al suo mulino, mentre adesso ho notato una grossa maturazione dei presidenti dei Quartieri, oltre alla disponibilità dell’amministrazione comunale. Ci siamo già incontrati un paio di volte, c’è la volontà di mettere mano a un programma nuovo, condiviso”. “Gli aspetti sono tanti - aggiunge il presidente del popolo di San Salvatore - per esempio si deve decidere se rischiare tutto su un giorno e mezzo come si faceva 60 anni fa o diluire la Festa in più giorni. Ma soprattutto, serve alzare la qualità, che è il fattore che distingue una sagra dalle altre”.
Pierangioli, dopo dieci anni da presidente (in 5 periodi diversi) e altri cinque da capitano degli arcieri, a fine anno lascerà il mandato. “Credo di meritarmi un po’ di riposo, mi godrò il Quartiere dal lato del quartierante. L’incarico l’ho fatto molto volentieri e lo rifarei, ho avuto tante soddisfazioni a partire dal sogno realizzato della nuova sede. Le vittorie sono arrivate, potevano essere anche di più ma dobbiamo accontentarci. Quest’anno siamo cresciuti dal punto di vista mentale, che era il nostro difetto, e abbiamo fatto cappotto”.