Da oggi le imprese di Montalcino possono aderire al progetto di distretto “Montalcino: also of wine”, portato avanti dalla Fondazione del Brunello per destinare i finanziamenti della Regione Toscana (5 milioni in totale) verso le filiere olivo-oleica, cerealicola, apistica, ovi-caprina, bovina ed ortofrutticola (che include anche il tartufo). “È il primo di tanti progetti del Distretto Rurale, una forma nuova, diversa e interessante dove le aggregazioni di economie omogenee si fanno portavoce del territorio e vanno a cercare finanziamenti”, spiega Stefano Cinelli Colombini, intervenuto ieri pomeriggio nella sala Astrusi Off per esporre l’iniziativa davanti a circa 30 presenti. “In questa prima fase, per via dei tempi stretti (la scadenza è il 15 ottobre, ndr) e dei fondi limitati, siamo stati costretti a limitare i campi di azione eliminando il vitivinicolo. Entro fine anno comunque ci sarà un altro bando nazionale”.
La Fondazione del Brunello ha assegnato la segreteria del progetto a Qualitoscana, società di consulenza montalcinese rappresentata ieri da Andrea Brachino. “La filiera in questo caso non è verticale come nei Pif, dal produttore al consumatore, ma orizzontale”, sottolinea Brachino, che illustra anche il percorso da realizzare. “Sul sito della Fondazione verrà fornita in questi giorni una parte documentale che potrà essere compilata e spedita mediante Pec entro il 10 settembre. Una commissione apposita valuterà le domande. La scadenza del bando è il 15 ottobre e, siccome è una data già prorogata, non credo ci saranno ulteriori proroghe”.
Presente all’incontro agli Astrusi Off anche Fabio Fabbri, funzionario della Regione e coordinatore dei Progetti Integrati di Distretto (Pid). “La Toscana ha stanziato 5 milioni di euro - dice Fabbri - ma ci siamo lasciati la possibilità di rifinanziare il bando in funzione delle progettualità raccolte. Nel futuro vorremmo utilizzare questo strumento in alternativa ai progetti integrati di filiera”.
E se il progetto è aperto ad ogni tipo di iniziativa, la Fondazione ha già pronte due aree di intervento. La prima è una ricerca sull’ambiente, per dimostrare la salubrità del territorio con dati scientifici. La seconda è una possibile soluzione del problema idrico, diventato drammatico per esempio in annate come la 2003 e la 2017. “Vorremmo fare uno studio per il recupero di acque piovane - sostiene Cinelli Colombini - collaborando con le Università di Siena, Pisa e Firenze e l’Accademia dei Georgofili”. “Grazie al Distretto Rurale e la notorietà del Brunello abbiamo l’occasione di fare qualcosa di importante nell’agroalimentare - conclude Cinelli Colombini - dobbiamo trovare una condivisione del concetto di controllo. Abbiamo parlato con Valoritalia, società che certifica il Brunello e tantissimi altri vini, e sono interessati ad ogni attività di controllo. Penso a “Terre di Montalcino”, marchio che fornirà una garanzia assoluta al consumatore finale. L’adesione chiaramente è volontaria”.
In un mondo agroalimentare che è un caos pazzesco, si tratta certamente di una grande occasione. Delle 750 attività imprenditoriali di Montalcino, poi, la maggior parte è di piccole dimensioni, con ristretti spazi di manovra. Questo tipo di progetto calza a pennello per loro.
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