Montalcino e il suo Brunello si siedono ancora una volta al tavolo dei “grandi” del vino internazionale. La vetrina questa volta è quella del “Liv-ex”, il benchmark londinese del mercato dei fine wine che, come sottolinea il sito specializzato WineNews, analizzando vendite e quotazioni di migliaia di etichette, è il punto di riferimento per chi, in tutto il mondo, investe nel vino da collezione. In prima fascia, tra i vini che costano dalle 2.877 sterline a cassa in su, troviamo 3 italiani tra i 77 in totale, tra questi anche il Biondi Santi Brunello di Montalcino Riserva, a 3.583 sterline. Sulle novità della “Liv-ex Classification 2019” che riguardano l’Italia, sono 39 i vini classificati, di cui ben 30 new entry. Detto della prima fascia, in seconda (tra le 792 e le 2.876 sterline a cassa) troviamo Casanova di Neri con i suoi due cru; Brunello di Montalcino Cerretalto Casanova di Neri (2.080 sterline) e Brunello Montalcino Tenuta Nuova Casanova di Neri (1.221 sterline). In questa fascia figura il Brunello di Montalcino Poggio di Sotto (983 sterline). La terza fascia (tra le 504 e le 791 sterline a cassa) comprende anche il Brunello di Montalcino Valdicava (536 sterline) mentre in quarta fascia (tra le 360 e le 503 sterline a cassa) approda il Brunello di Montalcino Conti Costanti (466 sterline). Dunque fare un salto in avanti enorme, grazie ad una strategia di lungo respiro capace però di dare in breve tempo i primi, importanti, frutti, è invece Biondi Santi, la griffe del Brunello di Montalcino e tra le storiche aziende del Belpaese, con un patrimonio unico di vecchie annate. “Un risultato straordinario ed inaspettato, che ci riporta nel gotha dei vini migliori al mondo - racconta a WineNews Giampiero Bertolini, ceo di Biondi Santi - ottenuto in poco tempo e grazie a due aspetti importanti: il primo è la coerenza che la famiglia Biondi Santi ha sempre avuto nel creare questa icona, che noi, come gruppo Epi, abbiamo ereditato. Si parla ancora dei vini fatti da Franco Biondi-Santi, con coerenza e rigidità, per cui è prima di tutto il riconoscimento al lavoro della famiglia. L’altro fattore per me importante è legato ad un lavoro di distribuzione più selettivo, che in due anni ha rimesso il Brunello di Biondi Santi nelle mani dei trader e dei consumatori giusti nel mondo. Oggi è dove merita, tra i migliori vini del mondo, ed è giusto così, se si pensa che l’annata 1955 è considerata tra i 12 vini migliori del secolo scorso. In questo contesto si inserisce il progetto “La Storica”, attraverso cui tracceremo e garantiremo che tutte le Riserve che escono dalla nostra cantina riporteranno una menzione in etichetta che certifichi che quella bottiglia è uscita, in quel momento, dalla cantina. Avere 39 vini sul Liv-ex - conclude Bertolini - è un dato straordinario, che ci lascia un messaggio importante: dobbiamo continuare a lavorare sul valore, che è la strategia vincente da portare avanti, questo è il segno tangibile che stiamo facendo bene”.
dati a cura di 3BMeteo
20 settembre 2024