I Colombini della Fattoria dei Barbi, celebri produttori di Brunello, sono la più antica famiglia documentata a Montalcino: nel 1352 Tommaso costruì il Castello di Poggio alle Mura e dopo pochi anni il Beato Giovanni predicò nella chiesa di S. Agostino.
Per ricordare sei secoli e mezzo di matrimonio con questa bella terra, i Colombini celebrano ogni anno a fine luglio la Festa Titolare del loro Beato. Nei due giorni di festa, il 27 e il 28 luglio, saranno aperte gratuitamente le parti storiche delle cantine di invecchiamento, i giardini privati e il Museo del Brunello. Ma il programma prevede anche visite guidate gratuite (ore 12-15.30-17.30) con racconti, aneddoti e curiosità e, il 28 luglio, per il terzo anno, la divertente “disfida della panzanella”, piatto che la leggenda vuole inventato proprio dal Beato Giovanni: un concorso gastronomico (“Beata Panzanella”) che invita tutti gli appassionati di cucina tradizionale toscana a mettersi in gioco e a presentare la propria interpretazione del piatto.
Chiunque può partecipare alla disfida, purché non sia un professionista della ristorazione e abbia voglia di divertirsi. Semplice la formula: basta iscriversi (è gratuito) scrivendo a info@fattoriadeibarbi.it o telefonando allo 0577 841111 (oppure sabato e domenica allo 0577 841205), preparare una panzanella per almeno sei persone secondo la propria interpretazione, allegando la ricetta e indicando ingredienti, quantità, modi d’esecuzione e quant’altro ritenuto importante, e portarla entro le 11.30 del 28 luglio alla Fattoria dei Barbi. Una giuria di giornalisti enogastronomici e addetti ai lavori la assaggerà in modo anonimo, stabilendo quale sia la migliore. Ma anche il pubblico potrà assaggiare e dire la sua. Una competizione giocosa che vede in palio, per chi salirà sul podio, bottiglie di vino della Fattoria dei Barbi tra cui Sua Maestà il Brunello.
“Erano gli anni tremendi di metà Trecento, subito dopo la Peste Nera - racconta Stefano Cinelli Colombini - le campagne erano devastate, la gente era stremata. Il Beato Giovanni Colombini guidava una torma di miseri di città in città, affidandosi alla carità per sfamarli. Ma c’era troppo poco e nulla da donare, così Pienza gli chiuse le porte. Il Beato aveva solo due croste di pane per una moltitudine ormai priva di speranza. Con quel poco non poteva far nulla, così alzò gli occhi al cielo e pianse. Le lacrime salarono il pane e, miracolo, un olivo bruciato produsse nuovi frutti. Anche la terra improvvisamente verdeggiò di ortaggi. Il Beato ringraziò il Signore e con le mani spremette le olive traendone l’olio. Con quello condì il pane e gli ortaggi e per almeno una notte sfamò i bisognosi. Fu un miracolo di pietà e i nostri tempi disincantati non credono più a queste belle storie. Prendetelo allora come un gioco e godetevi la buona panzanella, creata dal mio avo Giovanni per amore di chi non aveva nulla”.
Nei due giorni chi lo desidera potrà mangiare sia a pranzo che a cena alla Taverna dei Barbi che per l’occasione presenterà la rivisitazione della Panzanella del Beato a cura dello chef Maurizio Ianniciello e uno speciale piatto medievale ispirato ai tempi in cui visse il Beato, ma ci saranno anche tanti piccoli assaggi gratuiti per tutti di vini, salumi e formaggi della Fattoria e la possibilità di fare merenda nel pomeriggio in Taverna.