Il lupo, come l’uomo, è un animale sociale, e forse è per questo che con poche altre specie noi esseri umani abbiamo un rapporto altrettanto conflittuale. Sono frequenti gli atteggiamenti di paura, alimentati dalla narrativa popolare o dalle fiabe, ma è anche vero che, specie in alcune culture particolarmente attente alla dimensione naturale, non mancano sentimenti di rispetto o di vera e propria ammirazione. Rimane il fatto che il lupo divide. Di certo, dopo decenni di fortissima diminuzione della sua presenza in Italia e in Europa, oggi la popolazione dei lupi è in crescita e accanto ad essa vivono sempre più numerosi gli ibridi, cioè animali frutto dell’incrocio tra lupi e cani rinselvatichiti.
Una lettura storica può portare un prezioso contributo anche in chiave attuale. Da ciò è nata l’idea di una chiacchierata con Riccardo Rao, autore de “Il tempo dei lupi” (Utet, 2018): circa 250 pagine che ripercorrono la storia del lupo e la sua presenza nelle varie culture, con particolare attenzione a quelle europee medievali e moderne (Rao insegna storia medievale all’Università di Bergamo). Affondare nelle radici storiche, mitiche e favolistiche del lupo è un interessante motivo di riflessione sull’attuale relazione tra uomini e lupi oltre che, più ampiamente, sul rapporto che abbiamo con l’ambiente e con l’altro.
L’incontro con l’autore, promosso dal Centro di studi per la storia delle campagne e del lavoro contadino di Montalcino, avverrà domani 31 maggio (ore 18) alla Biblioteca Comunale di Montalcino (sala Stammati). Un’occasione per conoscere gli ulteriori appuntamenti proposti dal Centro, a cominciare dal Laboratorio Internazionale di Storia Agraria. Per ulteriori informazioni scrivere a info@centrostudimontalcino.it.