Il primo Master of Wine italiano potrebbe arrivare da Montalcino. Gabriele Gorelli, sommelier e grafico pubblicitario classe 1984, è infatti il più vicino tra gli studenti del Belpaese a raggiungere il prestigioso riconoscimento dell’Istitute of Masters of Wine, nato più di 60 anni fa per formare i massimi esperti del vino al mondo. Diventare Master of Wine - al momento ce ne sono 384 da 30 Paesi diversi - è difficilissimo. Il percorso è lungo e particolarmente oneroso, sia in termini di costi che di tempo. L’esame prevede tre stage, Gorelli attualmente è al secondo insieme ad altri cinque italiani ma è l’unico ad aver passato l’esame di degustazione e il 3 giugno potrebbe approdare all’ultimo step, che prevede un progetto di ricerca (la sua idea è di svilupparlo sul Brunello Riserva).
Gorelli potrà poi contare su un piccolo ma prezioso contributo di Famiglia Cecchi. La storica cantina chiantigiana (che un anno fa ha acquistato 6 ettari di vigneto, di cui 3 a Brunello, vicino all’Abbazia di Sant’Antimo) ha promosso una borsa di studio di 1.500 sterline per finanziare il progetto Master of Wine chiedendo ai partecipanti di scrivere un saggio, di 1.000 parole, sul come i produttori di Chianti e Chianti Classico dovrebbero approcciarsi al mercato globale. A vincerla è stato proprio Gabriele Gorelli, lanciato verso il titolo più ambito nel mondo del vino. E l’Italia, presto, potrebbe avere finalmente il suo primo Master of Wine.
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