Un’annata a quattro stelle. Così si è espressa la Commissione d’Assaggio, che nelle settimane passate aveva degustato il vino prodotto dalla vendemmia 2018 (uscirà sul mercato nel 2023). Una produzione che a livello quantitativo dovrebbe ritornare nelle medie storiche. Ne hanno parlato quattro esperti, Donato Bagnulo, Gioia Cresti, Maurizio Castelli e Mirko Pioli (Isvea), in un video prodotto dal Consorzio e mandato inonda stamattina al Teatro degli Astrusi.
Donato Bagnulo: “Dopo la torrida annata 2017 che ha causato non pochi problemi alla vite in termini di differenziazione a fiore delle gemme, le piogge di fine 2017, primi mesi 2018 sono riuscite a ripristinare le riserve idriche all’interno dei nostri terreni. Questo ha fatto sì che in primavera le viti siano partite in maniera molto omogenea con un buon andamento, che, associato a delle temperature medie abbastanza alte, ha spinto la vegetazione molto velocemente verso l’alto. Questo ha causato un po’ di difficoltà per i viticoltori montalcinesi nel gestire la chioma e i rapidi accrescimenti. Nella tarda primavera, quindi nel mese di maggio, è importante ricordare la grande quantità di pioggia caduta, mediamente 200 millimetri. Questo, in una fase fenologica importante e delicata come la fioritura, ha creato alcuni problemi in diversi areali. Anche in questo caso, i viticoltori, con la loro maestria e attenzione, sono riusciti a gestire tutto nel modo più adeguato, con interventi agronomici tempestivi e trattamenti mirati. I mesi di luglio e agosto sono trascorsi in modo abbastanza regolare con temperature mai troppo alte. Nella prima decina di giorni di settembre le precipitazioni avevano creato un po’ di allarmismo per i viticoltori montalcinesi. A partire dalla seconda metà di settembre, una buona escursione termica giorno-notte e la ventilazione di quel periodo è riuscita ad asciugare totalmente le uve, affinare le bucce e consentire una buona sintesi dei precursori aromatici. Queste variabili metereologiche hanno permesso ai viticoltori di portare in cantina uve di alta qualità, con grandi presupposti per fare vini importanti. Si può dire che l’annata 2018 sia stata impegnativa che ancora una volta ha messo in luce le grandi competenze tecniche dei viticoltori di Montalcino che, nonostante le annate riescono a portare a casa comunque un uva di alta qualità.
Gioia Cresti: “L’annata 2018 è stata veramente molto impegnativa da un punto di vista agronomico. C’è stata una primavera estremamente piovosa e estremamente fresca ed un’estate estremamente piovoa e estremamente fresca. Avevamo una gestione delle chiome e delle malattie della vite importante. Siamo stati molto attenti in qualsiasi momento per far sì che quest’uva maturasse, ma soprattutto eravamo preoccupati perché la maturazione era lunghissima. Finalmente siamo arrivati a settembre, un mese splendido in cui i tralci hanno cominciato ad agostare, le chiome si sono fermate, i chicchi avevano finalmente cambiato gusto, erano succosi e i vinaccioli finalmente croccanti, la maturazione stava facendo il suo corso. Una selezione importante per quanto riguarda i grappoli, vigna a vigna, ha dato vini veramente molto belli e particolari, soprattutto fini ed austeri, se così si può dire. Direi un’annata 2018 veramente elegante”.
Maurizio Castelli: “Possiamo a questo punto brindare all’annata 2018, per come si è palesata dopo un’estate estremamente piovosa ed inclemente che ci ha messo serie preoccupazioni. Siamo arrivati all’inizio della vendemmia con un’uva che francamente era a rischio. Poi qualcuno o qualche cosa ci ha graziato e sono arrivati quei 10 giorni di temperature più alte e venti asciutti che hanno consentito alle nostre uve di arrivare ad una maturazione corretta. Ritengo l’annata 2018 un’annata interessante da un punto di vista aromatico, perché le piogge hanno raffreddato il terreno e di conseguenza i vini saranno di aromi più fini, più eleganti, sebbene non ti grande struttura. Dei vini che saranno simili all’annata 2013, all’annata 2011. Annate che presentano delle affinità nella maturazione ma soprattutto nella distinzione del vini. Questi vini ci daranno soddisfazione nel futuro. Saranno vini differenti rispetto alle annate ritenute più importanti, dove il calore ha fatto la sua parte. Saranno vini di grande finezza e di grande eleganza anche nel corso dell’invecchiamento. Quindi vini di eleganza e non di struttura”.
Mirko Pioli: “Equilibrio. A nostro avviso, la caratteristica centrale della vendemmia 2018 è proprio l’equilibrio. In ISVEA nel periodo settembre-ottobre abbiamo analizzato circa mezzo milione di parametri per 42.000 campioni. Ciò ci ha permesso di disporre di un osservatorio privilegiato, circa le dinamiche vendemmiali. Nonostante un evidente rallentamento di maturazione - dovuto ad un andamento climatico estivo quantomeno bizzarro, il mese di settembre caldo e secco ha permesso di raggiungere livelli di maturazione interessanti - con quadri aromatici complessi e mai banali, elevate concentrazioni zuccherine e quadri acidi definiti. Da un punto di vista fenolico, il rallentamento di maturazione ha permesso di ottenere una diminuzione del divario tra maturità fenolica e maturità tecnologica, consentendo di portare in cantina uve con vinaccioli croccanti, bucce pronte e non vegetali. I quadri cromatici risultano particolarmente interessanti, più per qualità che per intensità. L’equilibrio generale registrato, fa bene sperare per il futuro. Sia per i vini di pronta beva che per i Brunelli da lungo e lunghissimo invecchiamento”.