“Il Brunello è un gran vino, mi è capitato più volte di assaggiarlo. Uno sportivo deve andarci piano, ma a tavola il vino non deve mai mancare. È uno dei piaceri della vita, e abbiamo la fortuna di vivere in un Paese che se la contende con pochissimi”. A parlare, alla Montalcinonews, è Sara Gama, capitano della Nazionale femminile di calcio che tornerà ai Mondiali dopo vent’anni, lo stesso periodo di vita del Premio Casato Prime Donne, riconoscimento nato nel 1999 per volontà di Donatella Cinelli Colombini. Gama, incoronata “Prima Donna 2018” e premiata il 16 settembre al Teatro degli Astrusi insieme ai giornalisti Gioacchino Bonsignore (TG5), Cristina Conforti (Rai) e Andrea Gabbrielli (Gambero Rosso) e al fotografo Bruno Bruchi, è anche dottoressa in lingue e portabandiera dei diritti delle donne. Che nel settore del vino stanno arrivando a grandi traguardi, ma nello sport c’è ancora strada da fare, sottolinea Sara Gama: “In Italia il problema del professionismo non riguarda solo il calcio, è un problema che coinvolge trasversalmente tutti gli sport. Non esiste un’atleta italiana professionista, siamo tutte dilettanti, nessuna esclusa. Anche Federica Pellegrini o Valentina Vezzali”.
Madre triestina e padre congolese, Sara è il simbolo dell’integrazione ben riuscita e fa vedere lo sport come un propulsore di valori e di riscatto per l’universo femminile. Di questo e molto altro se n’è parlato dopo la premiazione, alla Fattoria del Colle di Trequanda, con un talk show guidato dal giornalista David Taddei. Racconti e opinioni che disegnano un universo femminile in rapida evoluzione. “Negli anni Settanta, quando la donna diventa una parte irrinunciabile delle pubblicità, si comincia a parlare di donna oggetto - spiega Donatella Cinelli Colombini - oggi, pur in mezzo a tante difficoltà, pensate che nello Sri Lanka non possono ancora acquistare vino, si è aperta una nuova fase: le donne dominano il mercato in Asia, in Giappone acquistano l’80% del vino venduto sullo scaffale e in Cina circa il 52% delle bottiglie di prezzo superiore a 78 RMG (Robobank). Anche fra i turisti del vino le donne cominciano a diventare una forza trainante: sono la maggioranza degli enoturisti spagnoli e statunitensi (53%). Wset -Wine & Spirits Education Trust, la più grande organizzazione mondiale di formazione sul vino, ricorda che nel 1970 i diplomati del gentil sesso erano il 10.6% ma oggi il 42.8% dei graduates WSET sono donne. In Italia le donne dirigono circa il 36% delle imprese agricole e coltivano quasi 43mila ettari di vigna (Ismea). Infatti il 28% delle imprese agricole con vigneto hanno una conduzione femminile e il 26,5% delle cantine (industriali e agricole). Nel commercio del vino guidano il 24,8% delle imprese al dettaglio e il 12,5% delle imprese all’ingrosso (Cribis gruppo Crif)”.
Le sfide da vincere sono anche negli altri settori. “Quando ero giovane, racconta la giornalista di Unomattina Rai, Cristina Conforti - mi è capitato di essere incaricata sistematicamente dei servizi più difficili o faticosi. Io li accettavo tutti, perché chiedere di essere sostituita da un collega uomo sarebbe stata una sconfitta”. “Le donne fotografe hanno una speciale sensibilità nelle cerimonie e gli eventi”, sottolinea il fotografo Bruno Bruchi, “e hanno anche un gusto “di genere” per cibo e vino”, aggiunge Gioacchino Bonsignore, conduttore del TG5 ed esperto di enogastronomia.
A riprova della forza femminile nell’affrontare le difficoltà, lo spettacolo di danza “Oltre la sclerosi multipla”, ideato a Buonconvento da Anna Belvedere. Un gruppo di ragazze che balla con una compagna colpita dalla malattia e l’aiuta a ritrovare il sorriso e persino a lasciare le stampelle.
Premio Casato Prime Donne, guarda il video: