“Montalcino è il Libano d’Italia”. La metafora arriva dal Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, al termine della Messa solenne da lui officiata nel Santuario della Madonna del Soccorso, a Montalcino, terra di grande contaminazione culturale tra popoli di 70 diverse nazionalità, dove secondo un’indagine WineNews la presenza degli stranieri è pari al 16,51% sul totale della popolazione, il doppio della media italiana (8,4%). “In visita nel Libano ho trovato 4 milioni di abitanti di cui 1,5 milioni di stranieri - spiega Bassetti in esclusiva alla Montalcinonews - l’integrazione è il più grande atto di carità che si possa fare nei confronti di un fratello che arriva da lontano, ma è anche un fatto necessario, perché attualmente a livello mondiale ci sono 350 milioni di profughi, persone in movimento che devono fuggire dalla loro terra. Il fatto dell’emigrazione non è contingente, legato ai nostri giorni, ma strutturale, dell’umanità, fin da tempi di Abramo. Non ci fa paura il fenomeno in se stesso, certo va regolato ma secondo i criteri che dice il Papa, ovvero quelli dell’accoglienza, del sostengo e dell’integrazione reciproca”.
Bassetti è stato invitato nel momento più caro ai cittadini di Montalcino, l’8 maggio, giorno in cui si festeggia la Madonna del Soccorso, Protettrice della città, scoprendo l’Immagine che raffigura la Vergine col Bambino tra i Santi Pietro e Paolo, incoronata da Papa Clemente XI nel 1718, 300 anni esatti fa. “Questi anniversari sono sempre importanti - continua il presidente della Cei - la Madonna è sempre di consolazione, di conforto, di sostegno al popolo cristiano. Come ho detto nell’omelia, accompagnerà gli uomini fino all’ultimo giorno della storia dell’umanità”.
Bassetti si è poi trattenuto in un noto ristorante del centro storico, mentre continuano i festeggiamenti per la Patrona della città. “Conoscevo già i vostri luoghi - conclude il Vescovo - ci ero stato da seminarista. Queste vallate che cambiano quattro volte all’anno, sono veramente qualcosa di unico”.